MIMMO JODICE – UN RITRATTO IN MOVIMENTO di Mario Martone (Italia, 2023, 52′) – al Torino Film Fest
Presentato fuori concorso, al 41Torino Film Festival, l’accurato ritratto di Mario Martone, dedicato al fotografo Mimmo Jodice, colui che ha reso la fotografia arte contemporanea.

‘Mimmo Jodice’ la critica
Che fosse il movimento della sua mano su ombre nella camera oscura.
Che fosse la sovraesposizione, o la ricerca del momento, attimo, luogo e posizione perfetta.
O che fossero i tagli nelle fotografia, strappi di memoria alla Lucio Fontana, riempiti o meno con altri livelli di visione, Jodice, volente o nolente, ha cambiato il corso della fotografia.
E, di conseguenza, la lettura e il ruolo di essa, nell’ambito dell’arte contemporanea.

Vera e propria lotta a suon di innovazione, Jodice è riuscito nell’intento. Sdoganando un ritratto, un paesaggio statico, in interventi diversi, appunto contemporanei. Jodice ha fatto quello che l’Action Painting aveva fatto in pittura con Pollock. Sorta di Action Photography aggiustata su una Napoli già sedimentata da diversi strati, culture, atteggiamenti, architetture, quindi di per sè, già in movimento. Tutto questa bellezza, la napoletani che è un modo di vivere e vedere, era quello che Jodice aveva già dentro. Con la sua fotografia, è bastato solo rigurgitarlo.
Il film scorre, è un omaggio nutrito da immagini curatissime, le stesse a base dei lavori del bravo fotografo napoletano.

La sinossi
Mimmo Jodice nello sguardo di Mario Martone. Un racconto che si dipana attraverso immagini e parole. Ricordi e testimonianze del grande fotografo e di artisti, galleriste e intellettuali di diverse generazioni che in vario modo
sono entrati in contatto con il suo lavoro. Da Francesco Vezzoli, a Antonio Biasiucci, da Marino Niola a Stefano Boeri, da galleria Trisorio e Rumma.
Infine Angela Jodice che per prima ha visto e sostenuto le sue potenzialità di artista.
Seguiamo Jodice nel suo studio, dove i ricordi si affollano e si sommano alle straordinarie immagini dell’archivio. Sono decenni di lavoro e di ricerca che rivivono nelle sue parole e nei movimenti lenti e precisi delle mani, mentre ci
mostra i segreti della camera oscura. Racconta il suo modo di procedere. Le prime fotografie, le sperimentazioni degli anni sessanta e poi settanta.
E poi i lavori di carattere politico e sociale, i nudi, la passione per l’architettura e le antichità classiche. Ore a perdersi nel guardare la natura, il mare, ad aspettare una luce per lasciare affiorare visioni che vanno oltre la realtà.
Ed è proprio in questo modo di vedere, in questo sguardo che sente l’assenza e raffigura il tempo, che la fotografia di Mimmo Jodice si fa arte.
To read more on cinema and Gaia Serena Simionati