
In occasione della icastica mostra che è in corso presso la galleria Gracis di piazza Castello a Milano, si è tenuta anche la presentazione del volume sul grande artista Antoni Tàpies.
Il volume: segno /memoria/ materia
Edito da Marsilio Arte, ben curato da Luca Massimo Barbero, la presentazione dell’incisivo e attuale volume di Antoni Tapies, si è tenuta alla sagrestia della chiesa del Carmine e ha visto la presenza oltre che dell’ospite, il gallerista Gracis, anche dell’editore veneziano Luca de Michelis, di Alberto Fiz e del curatore del volume Luca Massimo Barbero.
Inoltre, Nuria Homs Sierra, studiosa spagnola a capo della di Barcellona, che vedrà a breve una mostra sul rapporto tra l’artista e l’oriente, in coproduzione con Madrid e Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía, ha dialogato in modo informale con gli altri relatori, ricordando anche l’aspetto spirituale, zen e underrated del pittore catalano.
Si sono toccati diversi temi del sofisticato lavoro dell’artista. Innanzitutto la potenza e valenza sociale, da cui l’opera non è mai stata disgiunta, essendo Tàpies un pittore sociale. Consapevole. Arte come guarigione del malessere. Giocato in sottrazione, come un talismano in grado di guarire con schemi, croci, interventi grafici, displasie con perdita di controllo dei meccanismi di crescita, riproduzione, anamnesi societaria degli individui.
L’affronto politico della resistenza e della distanza dalla guerra e da ogni forma di sopruso; la contemporaneità e avanguardia di tematiche, segno e gesto di Antoni Tàpies già negli anni ’50, circonciso da memoria, storia e realtà.
I suoi muri, come finestre verso il fuori. I muri che trasudavano deterrenza, blocco, contenimento e prigionia, protezione e schermatura, piovevano umidità e, come dal latino “nome omen”, apotropaicamente Tàpies, in catalano, significa muri. Appunto!

Il volume dal titolo Segno , Gesto , Materia, include i lavori che ben documentano la mostra. A ciò, oltre al testo critico di Barbero, che indaga l’attività sociale e politica dell’artista spagnolo, la sua potenza espressiva, ma delicata, data dalla sparizione dell’ego e dalla sottrazione dei contenuti superflui, si trova anche un testo dello stesso artista.
L’artista spagnolo
Scomparso nel 2012, Tàpies è stato uno dei più significativi esponenti di quella corrente artistica sensibile al generale rinnovamento del gusto, nota come informale internazionale.
È considerato uno degli artisti spagnoli più importanti del XX secolo. Il lavoro dell’artista catalano gode di un centro di studio e conservazione presso la di Barcellona.
La professione del padre politico, le relazioni intrecciate dalla famiglia materna con diversi membri della vita catalana, contribuirono a sviluppare un’infanzia in un ambiente liberale.
Il confronto con l’anticlericalismo del padre e il cattolicesimo ortodosso della madre, portarono Tàpies a una personale ricerca di una nuova spiritualità. Questa espressa nelle opere, si alimentò nelle filosofie e religioni orientali, principalmente nel buddismo zen.
Con la preziosa collaborazione dell‘Istituto Cervantes e la promozione di altre gallerie internazionali, il lavoro dell’artista è quindi decollato. Anche dal punto di vista economico, oltre che ovviamente culturale e spirituale.
Dimostrazione ennesima che i lavori di qualità, muniti di spirito, sostanza, energia sociopolitica trovano, nel tempo, gratificazione come investimento.
Non solo visivo, ma anche e giustamente, economico.
