CLAUDIA CONTE «Vivere e celebrare la bellezza»

Nella vita bisogna fare tre cose: mettere al mondo un figlio, scrivere un libro, piantare un albero.

di Umberto Garibaldi

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Parlando con la giovane attrice Claudia Conte mi sono reso conto sin da subito che la mia interlocutrice è una donna fuori dal comune, soprattutto quando parlando ha usato questa frase: “Nella vita bisogna fare tre cose: mettere al mondo un figlio, scrivere un libro, piantare un albero”.

Nonostante la giovane età la sua vita è stata un insieme di avventure a dir poco straordinarie infatti delle tre cose le manca solo fare un figlio!

Claudia fino ad oggi ha già scritto tre libri ed ha nel cassetto il quarto. “Frammenti rubati al destino” segna l’esordio letterario, è una silloge poetica dove versi di ritmi e cadenze differenti sentono l’infusione di passione e desiderio. Elementi che con l’amore, immaginato o reale, diventano un tutt’uno, mentre dirompenti come fiumi in piena trascinano il lettore nell’emozione più vera, incontaminata, primordiale e che non ha catene. “Soffi Vitali”, rieditato nel dicembre 2019, è un romanzo epistolare che mostra una maturità artistica letteraria straordinaria, ricalcando le orme di grandi classici; mentre “Il vino e le rose” porta con sé una novità nel mondo della scrittura, un ibrido per così dire né saggio né romanzo, ma un mix eccellente delle due cose, da cui si può percepire l’animo dell’autrice, senza dubbio pieno di complessità.

Continuando a parlarle esce fuori la sua voglia di “vivere e celebrare la bellezza” come lei stessa le definisce.

Per bellezza intende tutto ciò che possa provocare commozione insegnando qualcosa. Il bello è legato all’anima prima che al corpo e sicuramente è assenza di volgarità, egoismo e superficialità.

Le sue scelte artistiche infatti mai banali, fin da giovanissima ha rappresentato testi classici, da Shakespeare a Cechov, ed è sempre attiva nel sociale. Ha affiancato Loretta Goggi nel pluripremiato shortmovie “Sogni” che tratta il tema dell’Alzheimer, malattia della quale si parla e si conosce poco, e prossimamente la vedremo al cinema in “Resilienza” film sul femminicidio, piaga sociale dei nostri tempi. Reduce dalle riprese di “Shall the last be…” in cui veste i panni di una mendicante ricca d’amore.

Convinta che nello scambio culturale e nel rispetto delle diversità ci sia opportunità di migliorare la propria anima e la società intera. I valori di lealtà e giustizia sono alla base della sua vita ed è per questo che non è mai scesa a compromessi con nessuno per la sua carriera. “Le conquiste più belle sono quelle che ottieni con impegno e sacrificio” non ha cercato la strada più corta per essere un personaggio, lotta per le sue iniziative e le porta avanti con orgoglio.

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La Conte mi racconta di come per lei sia stato un onore poter portare le sue prime opere in giro per l’Italia e non solo. Recentemente è stata a Toronto presso la comunità di italiani in Canada all’interno dell’ICFF.

La prossima tappa del suo viaggio infinito avrà come destinazione l’Argentina. La Conte metterà in scena nel teatro di Lobos, insieme all’orchestra, un reading teatrale ispirato all’avventurosa storia della sua famiglia, emigrata in Argentina nei difficili anni del dopoguerra. La sua opera scritta per l’occasione mi dice essere un modo per lei di portare avanti alcuni insegnamenti e valori dei quali lei stessa non fa mai a meno, “ci sono cose che vanno sempre divulgate”, mi parla dell’amore famigliare e di quello per un Dio che nonostante non si veda guida le nostre azioni.

Nel finire la nostra amabile conversazione, la Conte mi ha raccontato della sua ultima esperienza teatrale accanto a Pino Calabrese, “Racconto d’amore” curato da Angela Prudenzi.

Un coinvolgente itinerario sentimentale che ricostruisce alcune delle tante facce di questo complesso e intramontabile sentimento. Claudia incarna diverse donne, da Catina della Bisbetica Domata a Kitty di Anna Karenina fino a Frida Kahlo.

“Sul palcoscenico e dietro la camera riesco ad essere mille donne, mille personaggi, ma nella vita reale io sono sempre me stessa, una giovane donna con le sue debolezze e fragilità e col cuore pieno d’amore”.

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