di Gaia Serena Simionati

In uscita l’11 gennaio per Academy Two, ‘Viaggio in Giappone’ (Sidonie au Japon) è il il nuovo delicato film, per la terza regia di Elise Girard.

La pellicola tra il drammatico e il sentimentale, racconta il mondo sottile, invisibile. Questo è metaforicamente visto attraverso gli occhi di Isabelle Huppert, ottima e credibile protagonista, in un viaggio in Giappone, non solo fisico, ma anche e soprattutto verso se stessa e le sue perdite.

Un pò omaggio a Lost in translation, film del 2003 di Sofia Coppola, in cui solitudine, vuoto interiore e difficoltà di capire l’oriente nei protagonisti occidentali, li l’amore era platonico, qui diviene anche reale.

isabelle Huppert

Già regista di Belleville Tokyo dove, in un quartiere di Parigi si nasconde il menzognero protagonista che finge di essere a Tokyo, Girard arriva ora al suo terzo lungometraggio, in cui il grande amore per un paese molto cinematografico, quasi surreale e invisibile, come lo è il Giappone, ben incarna il setting ideale per le sue riflessioni su amore e lutto, in salsa a tratti, autobiografica.

Il cinema aiuta le persone a vivere, accettare e capire le proprie esperienze. Questo film, concretamente e positivamente, è una sorta di metafora spirituale che da speranza.

E’ inoltre un monito a lasciar andare il passato; riuscire a lasciar andare e aprirsi a nuove esperienze. Queste infatti non possono arrivare quando si è troppo ancorati a ciò che abbiamo già vissuto, a chi abbiamo già amato.

Ben diretto, con fotografia sagace, delicata e ovattata, il viaggio in oriente della protagonista, non solo conduce tutti noi nel miracolo del silenzio, ma aiuta ad esplorare il proprio passato, incasellato di ricordi, memorie dolorose o perdite. Ma anche amore e futuro.

Il film dona speranza e bellezza, tutte li pronte per coloro la cui sensibilità riesce a detonarle. Tra Mankiewicz (The ghost and Mrs Muir) e Kurosawa, con i loro fantasmi, il film è anche una profonda riflessione sul passaggio dalla vita alla morte.

Il contrasto diviene divertente e interessante specie quando il fantasma di Antoine, molto simile ad una persona normale, è presente. Con questo la regista ragiona sul fatto che la morte non cambia molto il nostro modo di sentire e rapportarci con i nostri cari, perché essi sono li, anche se invisibili. In questo la cultura orientale ha molto più da insegnare e far capire all’Occidente.

Ottimi anche i dialoghi, mai banali .

La scrittura e ciò che resta quando non abbiamo più nulla. Nemmeno la disperazione 

Quelli come noi condividono un paese segreto

La genesi; la parola alla regista Elise Girard

La regista racconta che proprio per il suo primo film era stata inviata in Giappone da un distributore. Li aveva incontrato la stampa scoprendo quanto questo nipponico, sia un popolo pieno di delicatezza e gentilezza.

Proprio come la protagonista Sidonie, Girard aveva capito le difficoltà di traduzione dal francese al giapponese e viceversa. L’incomprensione è anche metafora di quanto sia strano / diverso come paese, sia nel silenzio, che in altre cose, rispetto alla Francia e all’occidente.

E così lei stessa racconta: «Viaggio in Giappone è nato dalle sensazioni che ho provato quando ho scoperto il Giappone nel 2013. Appena ho iniziato a scrivere, ho pensato al volto di Isabelle Huppert e ho scelto per la mia protagonista il nome di Sidonie per il suo suono giapponese.

Ma anche come omaggio a Sidonie-Gabrielle Colette, una scrittrice a cui sono particolarmente affezionata. Attraverso questo film-viaggio, volevo parlare del lutto, della rinascita, dell’amore che ritorna inaspettatamente. Viaggio in Giappone riprende la “connessione” tra passato e presente, tra la fine del lutto e l’inizio dell’amore. Mostra l’incontro di due personaggi che potrebbero incarnare la Francia e il Giappone. Il film è anche una dichiarazione d’amore a un paese che sento, allo stesso tempo, vicino ed estraneo. Il mio gusto per l’antico e l’ultramoderno qui trova un’eco reale. Vi è un continuo rimando tra i due elementi, questo fa del Giappone un paese d’elezione per il cinema».

viaggio in giappone


Il cast 

Oltre alla regia di Elise Girard, nel cast sono presenti Isabelle Huppert, Tsuyoshi IharaAugust Diehl


La sinossi

Giappone, giorni nostri. Sidonie Perceval, un’affermata scrittrice francese, ha rinunciato a scrivere dopo la perdita del marito. Invitata in Giappone per la riedizione del suo primo libro, è accolta dall’editore locale che la accompagna a Kyoto, la città dei santuari e dei templi. Nei loro spostamenti tra i fiori della primavera giapponese, lei inizia lentamente ad aprirsi. Ma il fantasma del marito non l’abbandona. Sidonie dovrà imparare a lasciare andare il passato per riuscire ad amare di nuovo.

Isabelle Huppert

To read more on cinema and art or theatre go to Gaia Serena Simionati