Gianluca Grignani | «Io non esagero, rimango sempre l’artista che sono» di Gino Morabito
Due tatuaggi sul braccio, la doppia G e la personalità bivalente. Il Joker è tornato! Trent’anni di carriera alle spalle e oltre cinque milioni di dischi certificati Fimi. Talento artistico che non si lascia imbrigliare, suona “una musica che ha delle idee” tracciando netto il percorso. La rotta è chiara e inconfondibile: destinazione Gianluca Grignani.

A volte esagera.
Quando arriva un po’ per tutti quel momento in cui maturi, cambi prospettiva e il mio esistenzialismo è diventato una coscienza sociale. Quello è il vero cambiamento. Io non esagero, rimango sempre l’artista che sono.
1994-2023, la ricerca di un percorso artistico e personale.
Nella musica sono stato sempre coerente con le mie scelte. Decisamente meno per quello che gli altri si aspettavano da me… non si sarebbe trattato di coerenza, quanto piuttosto di noia. Per molto tempo mi sono domandato come uno preciso nella vita si potesse comportare così diversamente nella musica. E la risposta che mi sono dato è che proprio quella è la mia forza.
Circondato dall’amore del pubblico.
A Sanremo mi sono accorto di quanto la gente mi voglia bene. Me ne ero già accorto lo scorso anno, quando mi sono esibito con Irama, e ancora di più quando mi sono assentato dalle scene.

Sentirsi parte di tutti.
Sono come uno zio un po’ fuori dagli schemi. Quelli che apprezzano la mia musica sembrano capirmi meglio degli amici con cui esco a cena. Desidererei che la gente mi vedesse come una persona comune e mi accettasse così come sono.
Il cantautore elettrico è tornato.
È stata la mia settima volta in gara all’Ariston, mi sono divertito. Penso di essere l’unico arista nella storia del festival a non aver mai visto la classifica. Sono andato a Sanremo sapendo di avere un grande brano. Non mi aspettavo che alla gente arrivasse subito ma sapevo che sarebbe rimasto.
Questo tipo di brani non sono solo di chi li fa.
La gente si è sentita coinvolta, molte persone si sono riconosciute. Poi il brano ti rilassa, non dà una morale ma una reazione.



Quando ti manca il fiato (Falco a metà/Sony Music), una canzone ispirata a una telefonata avuta con il padre.
L’ho scritta dieci anni fa. Mio padre mi ha chiamato e la frase che mi ha colpito è stata quella del funerale. Ero in montagna, in quel periodo facevo sci alpinismo. Ho scritto subito la canzone, al volo. L’ho lasciata lì, ci ho pensato un po’. Ma l’ho scritta di getto. Non so neanche se mio padre si ricordi di quella telefonata, non lo vedo da più di dieci anni. Ha sentito la canzone, lui adesso è in Ungheria e non ho avuto il coraggio di richiamarlo. Non sono capace di essere all’altezza della canzone, ogni volta che la canto sono coltelli che cadono dal cielo.
A distanza di trent’anni, Gianluca Grignani racconta ancora la sua storia tra le dita.
I live sono i momenti del mio lavoro che preferisco di più. Mi emoziona particolarmente stare con la gente, respiro la loro energia e cerco di fare in modo che anche loro respirino la mia. È un’emozione continua che dura per tutta la durata del concerto.