Alla Fondazione Accorsi Ometto di Torino, a cento anni dal surrealismo, anche come omaggio ad esso, ha aperto una bellissima mostra su Giorgio De Chirico, in corso dall’8 novembre 2024 al 2 marzo 2025,.
Fosse anche solo per visitare quello che è stato definito il mobile più bello del mondo, il doppio corpo, capolavoro di ebanisteria europea, concepito nel 1738 dalla maestria visiva e manifatturiera di Pietro Piffetti, la fondazione offre, oltre a un repertorio sulla pittura del 700, anche molto altro.

Pietro Accorsi (25 ottobre 1891-1982) è stato un mercante italiano. Egli fu protagonista indiscusso del mondo dell’antiquariato torinese per svariati decenni, fino a essere considerato uno dei dealer e dei collezionisti italiani più eminenti a livello nazionale.
Aperto nel 1999 da Giulio Ometto, il Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto rappresenta quindi il sogno diventato realtà.
Pietro Accorsi (25 ottobre 1891-1982) per testamento lasciò infatti in eredità i suoi beni a una fondazione culturale. Volle che questa promuovesse il gusto per l’arredo antico e la conoscenza delle arti figurative.
Egli è esempio illuminato di amore per l’arte, collezionismo e doti visionarie di ricerca e acquisto. Per forza di cose poi esse portano all’investimento e anche inevitabilmente ad un guadagno.

Incastonata in uno scrigno settecentesco, la casa museo è ricca di arredi, decori, oggetti, porcellane, argenterie, bronzi, mobili.
Uno su tutti quello del Pifferi, pregiatissimo e di grande fattura, colpisce per intarsi e forza visiva.
In questi spazi trova eco e viene ben curata, dall’inglese Victoria Noel-Johnson, consapevole del detto che ‘less is more’, la sincretica mostra su Giorgio di De Chirico.
Considerato il precursore del movimento francese del Surrealismo (1924 – 2024), dal suo fondatore, Andrè Breton, essa lo celebra appieno.
Pochi pezzi, importanti e iconici, determinano in 7 sale la potenza della corrente a cui De Chirico intese essere, sviluppare e aderire.
Prendendo in esame uno specifico arco temporale che va dal 1921 al 1928, la mostra pone l’attenzione sugli eventi intorno al 1924. Questo fu l’anno cruciale per la fondazione del Surrealismo, per cui il pittore italiano assunse un ruolo fondamentale.
Pesci, cavalli, natura, piazze metafisiche, architetture neo barocche, tutto ciò che colpì il greco di Volo, poi italianizzato, è presente in scena.
Si evidenzia l’importanza del ruolo di De Chirico nella nascita e nello sviluppo del Surrealismo. Inoltre si indaga il complicato rapporto con André Breton, con il poeta francese Paul Éluard e con sua moglie Gala.
In mostra, oltre 70 opere, tra cui una cinquantina di dipinti e di disegni su carta di Giorgio de Chirico che provengono da collezioni private o da importanti musei ed istituzioni.
Esse sono affiancate anche da una ventina di ritratti degli artisti, poeti e scrittori surrealisti, fotografati da Man Ray e Lee Miller.
Grazie al prestigioso prestito della Bibliothèque littéraire Jacques Doucet di Parigi, è esposto per la prima volta il carteggio de Chirico – Breton (1921-1925).
E’ inclusa la lettera del 1924, finora poco conosciuta, in cui l’artista propose di realizzare per Breton la prima replica de Le muse inquietanti del 1918.
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