Alla Festa del Cinema di Roma La camera di consiglio, viene presentato in anteprima Fuori Concorso nella sezione Freestyle.
10 febbraio 1986.
Siamo nell’atto finale del Maxi Processo di Palermo, il più grande procedimento penale della storia italiana.
In questa occasione otto giurati, quattro donne e quattro uomini, vengono chiusi in una camera di consiglio per trentasei giorni.
Il loro compito è quello di stabilire le condanne o le assoluzioni per ben 470 imputati implicati per mafia.
Di questo parla il nuovo interessante film di Fiorella Infascelli, con protagonisti Sergio Rubini e Massimo Popolizio, accanto a un cast corale.
Si scandaglia, si indaga e racconta la camera di consiglio più lunga della storia giudiziaria italiana fatta da uomini con le loro storie, remore, rinunce, paure e coraggio.

Ben 36 giorni in cui 8 giurati, blindati in un appartamento-bunker nel carcere dell’Ucciardone, dovettero decidere condanne e assoluzioni per 470 imputati del Maxiprocesso di Palermo.
Celebrato alla fine degli anni ’80 esso rappresenta una delle pagine più decisive della storia della Repubblica. Per la prima volta lo Stato riuscì a infliggere una condanna collettiva a Cosa Nostra, riconoscendo l’esistenza dell’organizzazione mafiosa come struttura unitaria.
Vivono insieme, reclusi, in un piccolo appartamento nel carcere dell’Ucciardone. Non possono comunicare con l’esterno: niente televisione, nessun telefono, nessuna radio. Il silenzio è assoluto.
Un momento di svolta giudiziaria e civile che ha cambiato per sempre la storia del Paese.
Un racconto corale con al centro il Presidente della giuria (Sergio Rubini) e il Giudice a latere (Massimo Popolizio). Essi sono affiancati da Betti Pedrazzi, Roberta Rigano, Anna Della Rosa, Stefania Blandeburgo, Rosario Lisma e con Claudio Bigagli.
Infascelli e Mimmo Rafele firmano la sceneggiatura con la collaborazione di Francesco La Licata. Sviluppata anche grazie alla consulenza di Pietro Grasso, giudice a latere del Maxiprocesso.

Girato interamente in interni, La camera di consiglio adotta un’impostazione scenica teatrale, che restituisce la tensione e l’isolamento di quei giorni.
L’opera si distingue inoltre per l’utilizzo dei materiali di repertorio, capaci di collocare le vicende dei giurati dentro un quadro storico e civile più ampio.
Non semplicemente un film “sulla mafia”, ma un’opera che riflette sul concetto di legge e giustizia. Illumina le coscienze sull’esperienza umana e civile di chi decise il destino di centinaia di imputati, in una delle prove più alte e drammatiche della democrazia italiana.
Così, tra paure e scambi inaspettati, la camera di consiglio diventa il teatro di un confronto umano unico. Realizzando di fatto, un operazione giudiziaria mastodontica, a suo modo straordinaria, per la durata, l’intensità e la complessità.
Il film è prodotto da Armosia e Master Five Cinematografica con Rai Cinema ed è distribuito da Notorious Pictures. Uscirà poi al cinema il 20 novembre.
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