L’oltretomba è un luogo pericoloso. Le meraviglie del museo Egizio, nel film ‘Uomini e dei’
Aperto al pubblico 200 anni fa, il più antico museo egizio del mondo risale al 1824. Jean Francois Champolion, lo studioso francese che per primo decriptò la scrittura geroglifica, scrisse che la via per Menfi e Tebe passa per Torino.
Presentato al 41 Torino Film Festival, ‘Uomini e Dei. Le meraviglie del Museo Egizio’, di Michele Mally
Presentato in anteprima al 41Torino Film Festival, il film che va alla scoperta dei tesori del museo di antichità egizie più antico al mondo, sarà al cinema da gennaio.
Oltre 900 mila visitatori all’anno, un patrimonio incredibile di 467 reperti della tomba di Kha, costituiscono una sorta di capsula del tempo. Essi fanno tornare indietro nei millenni, spiegando come gli antichi egizi si fossero impegnati per narrare come la morte non costituisse per loro una fine. Anzi voleva essere una nuova nascita, anche per non disperdere il loro ricordo e conservare la memoria nel tempo.

Christian Greco, il direttore del museo, racconta come nel 1759, Vitaliano Donati, professore di botanica e naturalista della regia casa Savoia, fu mandato a scoprire i segreti d’Egitto. Mandato dal re Carlo Emanuele III andò alla ricerca di antichità.
Erodoto che definì l’Egitto come ‘il dono del Nilo’, più antico della Bibbia, della Grecia classica, fu affascinato da quel mondo antico. Allo stesso modo stupisce Donati che come naturalista ne raccolse i reperti su cui poi nacque il museo.
Da questa missione arrivano a Torino (dove Donati non farà più rientro, perché muore su una nave diretta a Calcutta) circa seicento oggetti. Alcuni ancora oggi oggetto di studio. Tra di essi sicuramente c’erano tre statue monumentali: Quella di Ramses II. Quella di Sekhmet. E quella della dea Iside ritrovata a Copto. Il museo Egizio conserva ben 21 statue della dea Sekhmet.

Ad esempio, l’iside di Copto, che prende il nome dal posto in cui fu ritrovata. Essa è una sorprendente donna in granito nero, di sicuro una delle statue più belle del museo. Un naso leggermente ricurvo, le labbra pronunciate, una bellezza quasi infantile, millenaria e impenetrabile come l’oriente, essa commuove con quel sorriso appena accennato.
Tra i vari racconti del film c’è Iside che ricompone, imbalsama il fratello e marito Osiride, la dea Sekmeth, i colossi di Memnon; si narra che Torino sia stata fondata secondo una leggenda proprio dagli egizi.
Nelle mummie risiede anche l’essenza vitale, nota come il KA, che può trasferirsi anche nella statua del defunto. Per cui la statua è percepita come viva.
Il film è interessante dato che oltre all’omaggio al museo, alla narrazione e passeggiata nei suo corridoi, esso copre l’aspetto antropologico. Si narra lo stress emotivo del restauro verso le mummie, il rispetto nel lavorare su resti umani. Oltre alla bellezza e all’arte c’è il tema dell’uomo, del ripristino e valorizzazione dei reperti anche nella digitalizzazione e proiezione verso il futuro. C’è molto: la storia, gli usi e costumi, il folklore, il rapporto tra vita e morte.
La produzione e distribuzione
Prodotto da 3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in collaborazione con il Museo Egizio, con la regia di Michele Mally su soggetto di Michele Mally e Matteo Moneta e la sceneggiatura di Matteo Moneta.
Uomini e dei fa parte di La Grande Arte al Cinema, un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital. Per il 2024 la Grande Arte al Cinema è distribuita in esclusiva per l’Italia da Nexo Digital con i media partners Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.
Due parole sul regista Michele Mally
Grande esperienza in ambito cineteleviso, dal 2016 ha iniziato una stretta collaborazione con 3D produzioni, sotto la cui egida ha diretto svariati documentari a tema storico-artistico. Nel 2018 ha realizzato il docufilm Klimt & Schiele. Eros e Psiche vincitore del Master of Art Film Festival 2019 – Best Documentary in Fine Art and Photography. Nel 2020 ha realizzato Ermitage – Il potere dell’arte, uscito nei cinema internazionali e vincitore dei Nastri d’Argento 2020. Del 2023 è invece il documentario Uomini e dei – Le meraviglie del Museo Egizio, che si avvale della partecipazione straordinaria di Jeremy Irons.