di Gaia Serena Simionati

Picasso al Mudec. Contaminazioni, fonti antiche e scambio multiculturale.

Questo il segreto di Picasso e della sua contemporaneità che spazia tra maschere africane, Oceania, antico Egitto, neolitici proto iberici Spagna e Francia reinventandole.

Aperta fino al 20 giugno 2024, l’esposizione propone la lettura della produzione di Picasso, alla luce del suo grande interesse per le fonti artistiche ‘primigenie’.

“Non c’è né passato né futuro nell’arte. Se un’opera non può vivere sempre nel presente, non ha significato”.

Africa Oceania, Spagna Francia

picasso mudec

Picasso non considerava infatti come ‘primitiva’ l’arte che lo ispirava.

Non vedeva infatti un ‘prima’ e un ‘dopo’ nell’arte.

Picasso infatti seppe, più di ogni artista della sua generazione, comprendere e reinventare le ispirazioni di un passato non estinto ma recuperabile.


Con questa mostra, ben allestita e finemente curata, il MUDEC Museo delle Culture di Milano propone al pubblico di leggere la ricchissima produzione di Picasso – alla luce del suo grande interesse per le fonti artistiche ‘primigenie’, per l’‘arte primitiva’.

Racconta questa costante rielaborazione intellettuale e l’eredità artistica della sua visione attraverso un progetto espositivo, appositamente pensato per essere ospitato nel Museo. Esso da sempre racconta le culture del mondo e la loro reciproca e costante influenza.
 
Col ritorno al “primitivismo”, intorno al 1925, l’artista trae gli strumenti del linguaggio plastico da esempi africani. Ma anche da esempi neolitici e proto-iberici (della Spagna preromana), prende spunto dall’arte oceanica, dall’antica arte egizia e da quella della Grecia classica (vasi a figure nere).

picasso mudec

Picasso inventa trasposizioni. Rimodella figure dai volumi sproporzionati, in una costante metamorfosi delle figure che spesso hanno una forte connotazione erotica. Esse governeranno l’evoluzione della sua pittura e scultura, soprattutto nei momenti di crisi personale o sociale.
 
Nasce da questo “Picasso. La metamorfosi della figura”, prodotta da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 ORE e promossa dal Comune di Milano-Cultura. Con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia e il sostegno di Fondazione Deloitte, Institutional Partner della mostra.
L’esposizione, ben curata da Malén Gual, conservatrice onoraria del Museo Picasso di Barcellona, insieme a Ricardo Ostalé porta oltre quaranta opere del maestro spagnolo.

Dipinti, sculture, insieme a 26 disegni e bozzetti di studi preparatori, del preziosissimo Quaderno n. 7 concesso dalla Fondazione Pablo Ruiz Picasso – Museo Casa Natal di Malaga.
 
Fondamentale per questa mostra, infatti, è l’accompagnamento in questo percorso assolutamente peculiare e inedito di tutti i principali musei spagnoli che possiedono le più importanti collezioni di Picasso in quella che fu sempre la sua patria, la Spagna. In primis la Casa Natal di Malaga. Poi il Museo Picasso di Barcellona e il Reina Sofia di Madrid, oltre a numerosi collezionisti privati.
 
Insieme all’apporto dell’Administration Picasso – presieduta dalla figlia Paloma Ruiz-Picasso – e degli eredi, che hanno creduto nel progetto espositivo confermando importanti prestiti, la mostra “Picasso. La metamorfosi della figura” chiude le celebrazioni del 50° anniversario della morte del pittore.
 
Il progetto sarà anche l’occasione per rivedere ospitata al MUDEC, dopo anni, la “Femme nue” appartenente alle collezioni civiche milanesi, meraviglioso dipinto che fu fondamentale preludio al capolavoro picassiano “Les Demoiselles d’Avignon”, in dialogo con magnifici dipinti di maschere. In un gioco di specchi e rimandi che dal più remoto passato guarda al contemporaneo, la selezione della produzione del Maestro spagnolo presentata in mostra è in dialogo con un corpus di fonti antiche e reperti archeologici ed etnografici.


La mostra, dunque, guarda al primitivo per spiegare come l’opera di Picasso abbia affondato le sue radici nel passato. Guarda altresì al presente per fornire una chiave di lettura della evoluzione della pittura contemporanea e delle nuove generazioni di artisti africani che si sono trovati a confrontarsi con il genio spagnolo, e ne hanno assorbito/rifiutato – sicuramente rielaborato – il suo linguaggio e la sua visione.
 

Info su www.mudec.it

Picasso degli anni ’20 – ’30, persino in alcuni splendidi bozzetti per il Guernica – presenti in mostra – e nelle figure tragiche degli anni di guerra.

QUINTA SEZIONE la più interessante. E’ la metamorfosi della figura.
In questa sezione sono esposte opere di Picasso tra il 1930 e il 1970. In questo periodo Picasso giunge
all’essenza, alla magia della forma, che ha sempre cercato di afferrare. Molti esperti chiamano ” metamorfosi” le creazioni di Picasso a partire dal 1925 e fino alla fine della sua vita. Questa classificazione include tutte le rappresentazioni di forme morbide o tettoniche, biomorfe o massicce, organiche e casuali, non imitative e decisamente lontane dall’illusione e dalla rappresentazione mimetica.

Per il critico e storico dell’arte Carl Einstein, queste opere sono “l’espressione di un dubbio tragico sulla realtà apparente dell’universo delle forme”.
Qui sono esposte le opere tra il 1930 e il 1970, distanti dalla rappresentazione geometrica, molto più morbide. Gli elementi delle figure vengono strappati e rimodellati, mescolati e distorti, trasformati in forme lontane dalla rappresentazione diretta. Riconoscibili come elementi umani. Con esse l’artista è giunto all’essenza, alla magia che ha sempre cercato di afferrare partendo dall’amore per queste opere d’arte.

SESTA SEZIONE. Picasso e l’arte africana: un’attrazione reciproca
Se è ormai nota l’attrazione di Picasso per l’arte africana tradizionale, è fondamentale evidenziare l’importanza che gli artisti africani contemporanei attribuiscono all’artista andaluso.

A titolo di esempio le opere esposte di artisti come i l beninese Romuald Hazoumè , il mozambichiano Gonçalo Mabunda e il congolese Cheri Samba dimostrano il riconoscimento di Picasso come il principale interprete dei fondamenti espressivi del continente africano.
Questo riconoscimento si evidenzia nel recuper o delle valenze magico – religiose delle maschere rituali della tradizione figurativa subsahariana , rielaborate in chiave espressiva contemporanea da Hazoumè e Mabunda . Quelle stesse maschere, i cui elementi formali compaiono a vario titolo nell’opera di Picasso a partire da “Les Demoiselles d’Avignon” nel 1907.
Cheri Samba rende omaggio in modo palese a Picasso, e alla sua capacità di creare formule espressive rivoluzionarie ispirandosi all’arte millenaria africana. A Picasso è stata affidata la realizzazion e del manifesto del primo Congrés des Ecrivains et Artistes Noirs tenutosi nel 1955 alla Sorbona a Parigi.

Si riunivano li principali intellettuali e artisti del movimento anticolonialista africano. Altri riconoscimenti sono tributati a Picasso con l’esposizione di riproduzioni delle sue opere accanto a quelle di artisti provenienti da tutta
l’Africa durante la mostra Tendances et Confrontations: Les Arts Contemporains organizzata in occasione del primo Festival Mondial des Arts Nègres a Dakar.​
Nel 1972, sempre nella capitale senegalese, è stata organizzata una mostra personale al Musée Dynamique, voluta dal poeta, ideologo della Negritudine e primo Presidente della Repubblica Indipendente del Senegal, Leopold Sedar Senghor.

Per celebrare il 50° anniversario di questo evento, durante la 14° edizione della Biennale di
Dakar, il Museo delle Civiltà Nere ha ospitato Picasso a Dakar, 1972 – 2022 , ribadendo la persistenza della relazione biunivoca tra il Maestro Spagnolo e l’arte africana.
Senza dubbio, il grande interesse e l ’assimilazione nella sua opera fu determinante nella maggiore conoscenza e nell’approfondimento dello studio dell’arte delle diverse culture africane e oceaniche. Il suo prestigio come formulatore di una nuova arte, di nuova avanguardia che ha permeato la produzione internazionale, contribuì ad una nuova visione delle arti di altre latitudini

I Libri
In occasione della mostra, 24 ORE Cultura ha pubblicato il catalogo “ Picasso. La metamorfosi della figura ”, insieme al volume monografico “ Pablo Picasso ” , della collana “ Una vita per l ’arte ”, a cura di Francesco Poli. I volumi sono disponibili all’interno del bookshop della mostra, nelle librerie e online.

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