‘Sorridi donna, sorridi sempre alla vita anche se lei non ti sorride.
Sorridi agli amori finiti, sorridi ai tuoi dolori, sorridi comunque’.
Alda Merini
In occasione dell’ultima asta di Una mano per AIL, la raccolta fondi per finanziare la nuova residenza AIL per pazienti onco-ematologici, in costruzione a Vimodrone, abbiamo incontrato Elisabetta Oropallo.
Dispensatrice di gentilezza, potente energia e sorriso iconico.
Sposata con il noto ‘Signor Carlo’, ex della Gialappa’s Band, colui che ‘chi cambia canale è un truffaldino’… per capirci, della storica trasmissione comica Mai dire gol, Elisabetta, ex giornalista Mediaset, segretaria di produzione, aiuto regista, è un tornado di esperienze.
Una donna dalle mille vite. Perlopiù dedicate ad aiutare quelle degli altri!

Lasciata la tv, da 20 anni collabora con AIL e, nello specifico, gestisce, organizza, raccoglie opere e fondi per la nota Una mano per l’AIL, asta di beneficenza, tenuta da Christie’s.
Con ottimi risultati. Più di un milione e mezzo di euro raccolti e tanto bene, case per malati e per i loro parenti che arrivano a Milano a curarsi.
Quest’anno la sua idea è stata quella di chiedere a 30 donne, importanti artiste, fotografe, architette, designer, di donare un’opera che riflettesse sul concetto di casa e abitare.
Mettendo in risalto il significato simbolico delle Case AIL, inteso come spazio di condivisione e di speranza, anche verso una nuova fase della vita: la guarigione. Ad ogni creazione si accosta una riflessione di personalità della scienza, cultura e spettacolo.
La serata è stata accompagnata da un’altra grande donna e artista: Lella Costa.
GSS: in un’epoca come questa, dove tutti sono ego riferiti e molto egoisti, come ti viene in mente di pensare agli altri e perché?
EO: Io mi reputo una persona molto fortunata e cerco di restituire al mondo ciò che il mondo mi ha dato. Questa è la mia missione. Mi fa piacere rendere felici le persone, aiutarle e andare contro corrente. Seminando amore. In un momento di grande maleducazione e arroganza, ancora di più, esercito la gentilezza. Soprattutto con le persone molto maleducate, cerco di seminare cose piacevoli.
GSS: inoltre è un momento difficile per tanti aspetti. Anche economicamente. Chi è che vi supporta?
EO: Gli sponsors non li trovo io, ma AIL. Diamo a Cesare ciò che è di Cesare. Il merito è di AIL che aiuta i pazienti con servizi gratuiti, tutti i giorni. Si aiutano i pazienti onco-ematologici mettendo a disposizione servizi. Li sono tutte donne, e un unico uomo in mezzo alle donne. Si preoccupano di trovare le aziende che sostengano il nostro progetto e che poi fanno un vero cammino con noi, accompagnandoci. Sono 20 anni che lavoriamo insieme e 11 edizioni di Una Mano per AIL. E’ difficile, ma lavorando con un progetto serio, sano trasparente con grande caparbietà, poi i risultati arrivano.

GSS: Poi come hai trovato gli artisti?
EO: sia alcuni galleristi sono generosissimi e anche gli artisti super generosi. Alcuni li conosco, altri li cerco, li chiamo, li scovo, li stalkero. Da li nascono delle belle amicizie. E sono orgogliosa di questo progetto perché ci metto la faccia e quindi devo garantire agli artisti una qualità di questo evento che non è difficile da garantire, trattandosi di Christies e lavorando con una Onlus così seria come Ail. Così il progetto piace e loro donano opere molto volentieri.

GSS: Cristiano De Lorenzo, perfetto Manging director di Christie’s Italy, ha detto: “Malgrado l’oggettiva difficoltà del momento storico che stiamo vivendo, ci piace guardare al futuro con fiducia e determinazione. Vogliamo restare costruttivi e continuare a offrire il nostro supporto a progetti importanti come quello di AIL. Oltre a condividere ideali, come siete riusciti a coinvolgere Christie’s, prima casa d’aste al mondo?
EO: Abbiamo pensato a Christie’s perché 20 anni fa conoscevo una persona che lavorava da Christie’s che ci ha messo in contatto. Da li è nato questo progetto, ora di grande fiducia, cresciuto negli anni. Ci siamo fatti strada con il nostro lavoro che ha parlato per noi e ci ha dato grande credibilità
GSS: nella tua vita precedente cosa facevi? Eri già cosi generosa?
EO: ho lavorato a Mediaset dove ho fatto tantissimi lavori. Ho iniziato col video, poi come segretaria di produzione, delegato, aiuto regista, dietro le quinte mi divertivo molto. Ho iniziato a fare tv quando c’erano le prime tv commerciali ed eravamo dei pionieri. Era come se la tv commerciale l’avessimo inventata noi. Si stava giorno e notte a lavorare in redazione. C’erano le dirette dagli Usa, eravamo tutti giovani, molto uniti e non ci pesava. Non c’era quella concorrenza, rivalità che c’è oggi. Eravamo una squadra, la finalità era di gruppo, mai di competizione.
GSS: La capacità di lavorare in team per arrivare a un obiettivo è la stessa che si sviluppa con la beneficenza. Eri già una che amava aiutare gli altri?
EO: all’epoca in tv non avevo il tempo per aiutare e fare progetti di beneficenza. Mi è sempre piaciuto aiutare gli altri, ma lavorare a fianco di una Onlus e fare raccolta fondi è venuto solo quando ho lasciato la tv. Ci vuole tempo.
GSS: Parliamo dell’ultima asta di Christies che si è tenuta da poco. Come è andata? Raccontaci scopi e benefici
EO: abbiamo realizzato 126.500 euro che si aggiungono al milione 568 mila euro

GSS: molti scandali recenti inficiano la beneficienza, facendo da deterrente per coloro che invece veramente vogliono donare e aiutare il prossimo. Uno su tutti il caso Pandoro e Ferragni. Hai avuto più difficoltà quest’anno. E cosa ne pensi?
EO: si c’è tanta gente che ci marcia. Io mi sento di aiutare AIL perchè conosco le persone che ci lavorano, conosco la responsabile di Ail. E’ per questo che ho deciso di metterci la faccia. Anche sulla loro trasparenza, serietà e onestà. Altrimenti non lo farei.
GSS: Anche l’arte è beneficenza perché ha la capacità di modificare la percezione della realtà. E indubbiamente guarisce. Mi dici, un artista, un film, libro che ti hanno cambiato come essere umano?
EO: I miei artisti della vita nella pittura sono, tra gli antichi, Caravaggio. Mentre uno contemporaneo che adoro e nella cui tecnica di pittura mi perdo è Velasco Vitali. Per la fotografia invece, Giovanni Gastel, amico da anni e grande artista, mi ha insegnato molto e cambiato la visione delle cose d’arte. La fotografia è più immediata. Mentre nel quadro scopri cose nuove, la fotografia è lo scatto di un attimo, un secondo. Mi manca moltissimo come un fratello.
Invece il mio film della vita è Oltre il giardino con Peter Sellers. La storia è quella di un giardiniere, uomo semplice ed educato dalla televisione, diventa un punto di riferimento per una ricca famiglia, che legge nelle sue parole una profonda saggezza.

GSS: Hai dimenticato il libro?
EO: Autobiografia di uno yogi, di Paramahansa Yogananda, Parlando dello sviluppo spirituale che non trascuro, mi ha aiutato a portare avanti la meditazione e lo sviluppo interiore
GSS: Amore, beneficenza, gentilezza, spiritualità. Come si quaglia con la tv e un mondo così volgare?
EO: be si quaglia perché tu sei tu e la televisione è fatta da altri. Il lavoro in tv non mi rappresentava più. La tv di una volta era diversa. C’era un lavoro comune per obiettivi comuni. Oggi è un ambiente competitivo, pieno di persone arroganti, maleducate, egoiste, ego riferite. E’ sparita quell’armonia e voglia di condivisione. Quindi sono passata a lavorare con artisti, curando più relazioni e collaborazioni con gallerie. Ad esempio ho assistito Giovanni Gastel, Galleria Eos, Alessandra Passera della galleria Corso Venezia 8 e la galleria Blu.
“Una CASA per ri-partire.
‘Una Mano per AIL’ ha l’obiettivo di raccogliere fondi che contribuiranno a ultimare la Residenza AIL a Vimodrone, il primo edificio progettato, realizzato e dedicato interamente ai pazienti ematologici, con appartamenti e spazi comuni dove gli ospiti potranno trovare il contesto giusto per affrontare il lungo e doloroso percorso delle cure, circondati dai loro affetti più cari. Il tema assegnato alle artiste che hanno donato le loro opere e alle personalità che hanno regalato le loro parole, riguarda la CASA come luogo da cui ri-partire, rifugio generoso dove vivere con sé stessi, i propri dolori e le proprie speranze per ricominciare a vivere. Ne è scaturito uno straordinario collage di creatività che racconta con dovizia di particolari l’inestimabile valore di ciò che rappresenta la casa nella quotidianità e nei momenti più complicati della vita”.
To read more on Music, Cinema, Tv, Theatre and Art from Gaia Serena Simionati