Invitato nella giuria di ‘Corto Dorico’ Film Festival che celebra 20 anni, Dante Spinotti ha sorpreso tutti per intelligenza, visione ed empatia, grazie anche alla presenza della dolce moglie Marcella che lo accompagna da sempre.
Due candidature all’Oscar, poi il sodalizio quasi perfetto con il regista Michael Mann, gli ottant’anni di Dante Spinotti sono pieni di ‘luce’ ed energia.
Praticamente un ragazzino, ha tenuto testa a tutti gli ammiratori, alle numerose domande di pubblico e stampa, in occasione della presentazione del suo libro. ‘Il sogno del cinema. La mia vita, un film alla volta è pubblicato da La nave di Teseo
Il primo ricordo che ho del cinema non è legato alle immagini proiettate, ma all’odore delle sale di allora: disinfettante misto a celluloide e a tabacco.
Così inizia l’interessante racconto, con la prefazione di Anthony Hopkins, nella narrazione sulla magia del cinema. Memoria, aneddoti, le grandi divinità d’oltreoceano, una vita divisa tra Italia e Usa

Dante Spinotti è uno dei più importanti, famosi e premiati direttori della fotografia italiani di sempre. La sua vita e la sua carriera sono state un lungo viaggio che l’ha portato, dalla natia Carnia a Hollywood, dove, nel corso degli anni, ha collaborato con grandi registi a capolavori indimenticabili.
Film come L’ultimo dei Mohicani, oppure quello che considera il suo migliore, Heat, La Sfida, sono innumerevoli gli aneddoti di una carriera irripetibile. Come quella volta in cui Michelle Pfeiffer gli chiese di essere ‘resa brutta’.
Ha raccontato gli esordi. “Da ragazzo non ero bravo in latino. Mi hanno mandato a fare un’esperienza a Nairobi dove avevo uno zio cine operatore. Li ho imparato a maneggiare le macchine e l’inglese. Questo mi ha proiettato verso un approccio internazionale, tale per cui una volta iniziato a lavorare in Rai, contavano su di me. E poi da li l’esperienza negli Stati Uniti da cui non mi sono mai staccato’.
To read more on Music, Cinema, Art from Gaia Serena Simionati