Alviero Martini – di Giuseppe Savarino
“La vita è un viaggio straordinario”
Tappa dopo tappa, la vita di Alviero Martini ha segnato un percorso ricco di scoperte e successi tutti caratterizzati da un elemento per lui essenziale, il viaggio e il senso di libertà che questi rappresenta. Sin dalla sua tenera età, egli non ha mai smesso di sognare in grande. Dal palcoscenico alla passione per la sartoria, si è sempre spinto alla ricerca del bello, con una determinazione che lo ha reso lo stilista di fama internazionale che tutti conosciamo. Il suo amore per la vita si rispecchia oggi nell’impegno per un mondo migliore. La sua storia avvincente, diventata l’autobiografia “Andare lontano Viaggiando”, è un messaggio positivo che ispira a compiere la propria crescita personale e a realizzare i propri sogni senza mai arrendersi. Su Red Carpet Magazine, Alviero Martini racconta il suo straordinario viaggio.
C’è un giorno della nostra vita in cui il nostro destino ha inizio per scelta e determinazione.
Il mio lo ricordo ancora.
Ero piccolo e mia madre, contadina con l’abilità come infermiera, sapeva fare le “punture”, fu chiamata nella dimora dal conte di Caisotti di Chiusano, adiacente alla nostra cascina; salimmo su per la grande scala, trovammo Nina, la governante, che mi tenne a bada mentre mia madre entrò nella camera da letto del conte; subito dopo, però, Nina mi portò dal conte, che nel frattempo aveva chiesto a mia madre di conoscermi e così insieme a lui feci il giro della villa, fino alla biblioteca in cui si fermò e mi chiese: <Cosa vuoi fare da grande?>. Io, che avevo ancora in mente la targa commemorativa del soggiorno del re Vittorio Emanuele I, gli risposi: <Viaggiare>. A quel punto, lui estrasse dalla libreria un atlante geografico, strappò una pagina dell’Africa, la piegò e me la regalò, rendendomi felice. Ma a rafforzare questo episodio per me emblematico arrivò un altro ai miei otto anni, quando andai alla cresima di una cuginetta ed incontrai una prozia antipatica che mi disse – Ecco il bambino così birichino! – e mi diede un buffetto, sottolineando sarcasticamente che non avrei combinato nulla nella vita. Io mi indispettii e le ribattei: <Da grande farò qualcosa che nessuno ha mai fatto, qualcosa di unico>.
Quel giorno non presi un impegno con lei, ma con me stesso.
Ma c’è anche un luogo della nostra vita da cui il nostro destino deve spiccare il volo.
Provenendo da famiglia contadina, ho dovuto imparare, da subito, a cozzare con la mentalità e i desideri di mio padre che mi chiedeva di andare al pascolo. Io naturalmente gli obbedivo, ma al contempo riprendevo in mano i libri e sognavo l’arte, la sartoria, lo stilismo, i viaggi. Ben presto, però, capii che c’era una scorciatoia, quella delle bugie a fin di bene e così, a partire dai tredici/quattordici anni, cominciai a viaggiare, adducendo come scusa che andavo da un amico per il weekend in montagna. In realtà, partivo per Londra, Parigi, Madrid e per tutte le altre destinazioni che riuscivo a trovare. Furono le fughe alla ricerca di esperienze e idee. Al rientro, come se niente fosse, riprendevo la mia vita consueta: al mattino andavo dal giornalaio a fare le consegne e lui mi regalava i supplementi che non vendeva e attraverso i quali la mia cultura ha avuto la possibilità di crescere. In seguito, oltre a lavorare presso una tipografia dove facevo i miei disegni di grafico, iniziai il liceo artistico serale, tanto a casa potevo rientrare all’ora che volevo.