Presentato alla 81° Mostra del Cinema di Venezia, tra le serie, Families Like Ours del geniale Thomas Vintenberg
A partire da un piccolo bambino protagonista che vede cose, sciagure in anticipo e le disegna, forse alter ego visivo in versione mignon dello stesso geniale regista danese Thomas Vinterberg che, con la sua capacità visionaria, riflette sempre su temi sociali, divisioni tra ricchi e poveri, classi agiate o meno e conseguenti scelte di salvezze reciproche, tutta la serie, (7 episodi) colpisce per intensità di visione e stimolo a riflettere su dove stia andando l’umanità.
E, con essa il pianeta che stiamo distruggendo.
Non a caso la precarietà logistica e acquatica di Venezia accoglie, come un monito, una serie che si basa su un super diluvio nelle flatland danese. Le similitudini territoriali ci sono tutte.
E anche il caos o i ladrocini politici. Vedesi Mose.
Migrazioni al contrario, l’Europa considerata sicura, sicura non lo è. E, per una volta, i suoi stessi cittadini europei devono evacuare uno dei loro stati: la Danimarca.
Sorta di Science Fiction, visionario, apocalittico, ma reale, Families like Ours scorre liscio come l’olio con una suspense perenne per i risvolti emotivi, economici, aggressivi dell’uomo medio di fronte alla perdita di casa, nazione, famiglia.
La riflessione del geniale Vinterberg perlustra quegli inutili confini che già da tempo devastano Ucraina e Russia, Israele e Palestina e moltissimi altri luoghi del pianeta per la rivalsa su un territorio che, anziché essere libero come lo è per gli animali e usato con rispetto, nell’uomo diviene fonte di rissa e respingimento.
I danesi con un paese chiuso, si trovano a dover andare dove possono migrare. Non tutti i paesi europei li vogliono. Non tutti accolgono. E non è solo razzismo, ma paura di finire le risorse, di non avere spazio etc etc.
Eppure il protagonista che va a Parigi è un famoso architetto. Sua figlia una studente modello, adatta alla Sorbonne. Non sono migranti che arrivano sui barconi
Restrizioni, blocchi, permessi, economie anzichè una normale libertà di accoglienza dirottano la gente e ne rovinano legami, serenità e lingua e cultura.
Anziché poi sviluppare umanità ed empatia, il dramma peggiora gli esseri umani tirandone fuori il peggio.
La serie fa riflettere su come dovremmo tutti iniziare a ribellarci a quest’idea di confine, chiusura e blocco.
Sia mai che probabilissime sciagure naturali, come tutte quelle che stanno già accadendo, non diano finalmente una prospettiva politica nuova, anche verso la salvezza di tutti.
La grandezza del cinema e di un artista, specie quello di Vinterberg, è proprio questa: illuminare coscienze, specie dei politici, li dove questi non ci arriveranno mai.
Altrimenti con una visione, avrebbero di sicuro fatto i registi!!!
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trama
Families Like Ours – Di cosa parla
Nella Danimarca di un futuro non troppo remoto, i crescenti livelli dell’acqua non possono più essere ignorati e il paese deve essere evacuato. Lentamente ma costantemente, tutto cambia. I possedimenti non contano più nulla, le fortune si ribaltano e la fortuna favorisce solo pochissime persone. Coloro che possono permetterselo traslocano in paesi ricchi, mentre i meno abbienti dipendono dal trasferimento finanziato dal governo verso destinazioni più complicate. Famiglie, amici e persone care vengono separate. Alcuni saranno sopraffatti dall’odio e dalla divisione mentre altri nutriranno l’amore e favoriranno nuovi inizi. Laura è una studentessa delle superiori che si è appena innamorata per la prima volta ed è in procinto di diplomarsi. Quando la notizia dell’evacuazione si diffonde, il corso della vita di Laura e della sua famiglia cambia per sempre e la ragazza è costretta ad affrontare l’impossibile dilemma di scegliere tra le tre persone che ama di più.