di Gaia Serena Simionati

A Venezia, la Biennale Cinema promette grandi sogni.

Tra ‘masterclasses’, incontri e grandi attori, da Richard Gere a Sigourney Weaver. Da Ethan Hawke a Claude Lelouche, il parterre degli arrivi sovrasta ogni aspettativa. E corrobora Sogni.

A partire dal premio volto alla Pace, cosa ora più importante al mondo, che sarà conferito al genio di scrittura e dialogo Tahar Ben Jelloun, ipoteca di carisma, ponte e dialogo, autore dell’Urlo tra Israele e Palestina, nelle cui parole e scrittura si anima la luce della speranza.

Già con lo splendido e antesignano Creatura di sabbia e poi Notte fatale (quest’ultimo premio Goncourt nel 1988) si erano affrontati importanti temi legati all’identità (cancellazione e ritrovamento del femminile) e la violenza legata ai contesti culturali.

La solitudine e lo sradicamento vissuti dagli immigrati sono centrali fin da subito nella sua opera (L’estrema solitudine, Le pareti della solitudine).

Ben Jelloun in anticipo sempre sui tempi, non ha mai smesso di guardare al mondo degli esclusi e dei diversi (Harrouda, Moha il folle, Moha il saggio) ogni volta colpendo il suo lettore dell’intimo e facendo della sua potenza espressiva uno strumento di ponte tra culture, oltre che voce ai più fragili.

A dimostrazione di follia, originalità e storia, nella 81° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, un elefante nel manifesto, a firma di Lorenzo Mattotti, si aggira in laguna. Spaesato, creativo, pieno di memoria e ricordi.

«Cosa ci fa un Elefante in Laguna? Sicuramente è un’immagine inconsueta, inaspettata, ma che ci porta indietro con la memoria, quando, molti anni fa, un Elefante era arrivato a Venezia e si aggirava per le strette calli veneziane durante un famoso Carnevale della Biennale, quello del 1981…
Questo Elefante ora attraversa la Laguna e percorre le vie della Fantasia, del Mistero e della Magia che si scopre nel Cinema. È lui stesso Memoria e anche Storia del Cinema: una festa, una parata, uno spettacolo!
E questo speciale Elefante colorato ci ricorda anche l’Esotico, il Lontano, l’Oriente, uno sguardo verso altre civiltà, altre culture. Alla Biennale Cinema si sono sempre incontrati altri mondi, altri linguaggi, altri immaginari, che da 92 anni arrivano in laguna. Un Elefante che va verso Oriente, ma che ha la capacità di accogliere». così si racconta il creatore di manifesto e sigla iconica.

E su queste basi intense, si profila la nuova MOSTRA INTERNAZIONALE D’ARTE CINEMATOGRAFICA, a metà tra saggezza della natura, nostalgia e sorpresa.

E si parte proprio con i ricordi, la memoria e la nostalgia nella serata di Martedì 27 agosto, ore 21 – Sala Darsena con il film di preapertura della 81. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica

Mattotti Biennale Cinema

In occasione dei 50 anni dalla scomparsa del grande regista Vittorio De Sica infatti c’è L’oro di Napoli (1954).

Presentato in concorso a Cannes nel 1955, fu premiato ai Nastri d’argento per la miglior attrice Silvana Mangano e il miglior attore Paolo Stoppa. Selezionato inoltre fra i 100 film italiani da salvare.

Una Prima mondiale in versione restaurata digitale 4K, a cura di Filmauro Srl e Cinecittà.

Il classico con Vittorio De Sica con Eduardo De Filippo, Sophia Loren, Silvana Mangano, Paolo Stoppa e Totò, L’oro di Napoli, che rientra nel programma di Venezia Classici.

L’oro di Napoli, suddiviso in 6 episodi tratti dall’omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta, sceneggiato insieme al regista da Cesare Zavattini. Il film è prodotto da Carlo Ponti e Dino De Laurentiis, racconta alcune delle tante facce di Napoli attraverso i capitoli. Il guappo, Pizze a credito, Il funeralino, I giocatori, Teresa e Il professore. “L’oro di Napoli – ricordava Martin Scorsese – a New York era trasmesso a quei tempi in televisione, e tutti nel quartiere lo rivedevano ogni volta e lo amavano molto. […]  E’ un film che offre una meravigliosa gamma di stili comici e incorpora qualcosa che apprezzo molto nel cinema italiano: il modo in cui si muove senza sforzo tra la commedia e la tragedia” (My Voyage to Italy, Martin Scorsese, 1999).

Vittorio De Sica (7 luglio 1901 – 13 novembre 1974)

Regista, attore e sceneggiatore fra i più grandi del cinema italiano e mondiale. Divo indiscusso negli anni Trenta, a cavallo degli anni Quaranta decise di passare dietro la macchina da presa. Tra i padri del Neorealismo, è stato in seguito uno dei più influenti registi e interpreti della commedia all’italiana. È noto il suo sodalizio artistico con Cesare Zavattini, insieme al quale realizzò i grandi capolavori neorealisti, ma collaborò attivamente anche con Alberto Sordi, che sostenne agli esordi e con il quale recitò in alcuni film. Vinse quattro volte il premio Oscar per il miglior film in lingua straniera per Sciuscià (1946), Ladri di biciclette (1948), Ieri, oggi, domani (1963) e Il giardino dei Finzi Contini (1970). 

Contemporaneità Vs Storia dell’immagine

Contrapponendosi per idee velocità ritmo e tecnica al bianco e nero nostalgico di Napoli, ad aprire Venezia c’è il lisergico Tim Burton con Beetlejuice Beetlejuice. Nel cast Michael Keaton, Winona Ryder, Monica Bellucci e Willem Dafoe. Film d’apertura Fuori Concorso è un atteso ritorno di uno dei personaggi più iconici.

”E’ anche conferma dello straordinario talento visionario e della maestria realizzativa di uno dei più affascinanti autori del suo tempo – racconta Barbera. E’ un onore poter ospitare la prima mondiale di un’opera che è una sorprendente altalena di immaginazione creativa e trascinante ritmo allucinatorio”.

“Sono entusiasta – dichiara Tim Burton – Significa molto per me avere la prima mondiale di questo film alla Mostra di Venezia”.

Dopo un’inaspettata tragedia familiare, tre generazioni della famiglia Deetz tornano a casa a Winter River. Ancora perseguitata da Beetlejuice, la vita di Lydia viene sconvolta quando la figlia adolescente e ribelle, Astrid, scopre il misterioso modellino della città in soffitta. Il portale per l’Aldilà viene accidentalmente aperto. Con i problemi che stanno nascendo in entrambi i regni, è solo questione di tempo prima che qualcuno pronunci tre volte il nome di Beetlejuice. Il demone dispettoso tornerà nuovamente per scatenare il suo caos.

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