Togo, pittore e incisore | Al via mercoledi 4 settembre 2024, la mostra dedicata a Togo, pittore e incisore. Un artista che nella sua lunga carriera artistica ha saputo esprimere al meglio tutta l’energia, il calore e la vitalità dell’area geografica mediterranea”.
“Sarò lieto di partecipare alla mostra del pittore ed incisore Togo che nella sua lunga carriera artistica ha saputo esprimere al meglio tutta l’energia, il calore e la vitalità dell’area geografica mediterranea”.

Chi è Togo, pittore e incisore
Togo (Enzo Migneco), nasce nel 1937 a Milano ove vive e lavora. Dipinge dal 1956 mentre è alla fine degli anni ’60 che inizia la sua ricerca nel campo dell’incisione. La prima mostra importante è a Milano alla Galleria 32 nel 1967, presentato da Raffaele De Grada, alla quale, nel capoluogo lombardo seguiranno personali alla Galleria Diarcon, Palmieri, Annunciata, Palazzo Sormani, Aleph, Bonaparte,
Universita
Bocconi, Studio d’Arte Grafica, il Torchio, Centro dell’Incisione, presentate via via da Enzo Fabiani, Paolo Volponi, Paolo Bellini, Giorgio Seveso, Luciano Caramel, Vincenzo Consolo, Tommaso Trini, Francesco Poli.
Nel 1982 espone al Palazzo dei Diamanti di Ferrara, a Wroclaw in Polonia e ad a Helsinki in Finlandia. In quell’anno la città di Messina gli dedica un’antologica curata da Lucio Barbera e nel catalogo, delle Edizioni Mazzotta, appaiono i testi critici dello stesso Barbera, di Paolo Bellini e Luciano Caramel che parlano del suo espressionismo mediterraneo. Nel 1999 espone 20 tele al Parlamento Europeo di Bruxelles. Nel 2000 gli viene assegnato, a Roma, il premio “Antonello da Messina” per le Arti Figurative. Dal 1999 al 2004 è stato titolare della cattedra d’Incisione
presso l’Accademia di Belle Arti Aldo Galli di Como.
E’ del 2010 la partecipazione alla Biennale di Venezia e poi le mostre personali al
Castello Gallego di S. Agata Militello, alla ex Filanda Meroni di Soncino, al Castello di Montesegale, alla Galleria San Carlo di Milano, al Teatro Vittorio Emanuele di Messina, alla Casa del Mantegna a Mantova, a Londra ed Edimburgo, a Palermo e a Brolo al Museo degli Angeli e al Museo della Permanente di Milano.




La poetica pittorica di Togo
(…) La sua pittura, che si dispiega per intero nella metropoli milanese, raccoglie però uno spartito di colori che incontrano i loro natali nel grande triangolo della sua nativa isola siciliana. Bisogna andare nel suo studio, presso la milanesissima Porta Romana, per provare l’esperienza di una mostra antologica meravigliosamente disordinata e accatastata, a bordo del quale si potrebbe affrontare l’attraversamento della Mediolanum come dei cinque continenti, girandovi a zig zag, come le sue pitture ben suggeriscono (…) Certo, l’abbiamo già letto e scritto: la sua poetica pittorica può essere tranquillamente certificata come una apertura di credito al quale si è poi legata e rassicurata la transavanguardia. Ma il fatto è che questo stabilizzato giovane artista, senza tempo, non sei riuscito ancora a fissarlo in una foto ricordo documentativa, che lui è già altrove, capace, in ogni tela di ricominciare sempre daccapo. (…)
Guido Oldani
Arte mediterranea
(.) Sempre all’insegna del colore, la pittura di Togo tira dritta senza mai piegarsi alle mode passeggere, tenendo però conto della Storia che lo ha preceduto, da Picasso a Matisse, dall’Espressionismo ai grandi coloristi italiani, scomponendo e ricomponendo la figura, facendoci scivolare sul paesaggio, il mare, sulle balaustre dei balconi. C’è una linea novecentesca, tutta italiana, che dal Gruppo di Corrente passa attraverso il Fronte Nuovo delle Arti, prosegue con la Transavanguardia e incontra la generazione emersa negli anni Ottanta. Una linea colorata Espressionista, se volete. Mediterranea, se preferite. Di quella linea, Togo, non è un tratto e neppure la continuazione, ma, più propriamente, la cartina di tornasole. La pittura di Togo, in quanto non schierata, libera, autonoma, coerente, da sessant’anni non fa che mettere in evidenza quella linea di colore.
La pittura di Togo è gioiosa come lo e lui, sincera, pura, rispettosa, energica aperta a svariate letture interpretative che vanno da quella più colta e accademica a quella infantile del bambino che gli chiede: “Perché nelle sue case non ci sono i tetti?”, a cui lui, sornione, risponde: “Perché nei miei quadri non piove mai”.
Carlo Vanoni