di Gaia Serena Simionati

Corto Dorico Film Fest. Ad Ancona tanti ospiti tra cui Daniele Vicari

Daniele Vicari, membro di giuria assieme a Roberta Torre e Dante Spinotti, ha presenziato in un incontro dove è stato presentato il suo interessante libro, Il cinema, l’immortale, all’interno della programmazione di Corto Dorico Film Festival.


Come tu mi vuoi (As You Desire Me) è un film del 1932, diretto da George Fitzmaurice, tratto dall’omonimo dramma di Luigi Pirandello. Nel film si tratta la tematica del doppio, cara a Pirandello, e la riflessione si sposta sul fatto che il regista racconta il paradosso che può anche non esserci, nel fare un film.

Alla mia domanda se avere una moglie regista (Costanza Quatriglio) è stimolante o può sfociare nella competizione e finire male, come nel bellissimo film, premiato a Cannes, Anatomia di una caduta, dove due artisti sono in rivalità anziché vivere di condivisione, Daniele Vicari, ha risposto cosi.
DV: I cineasti sono degli estremisti. Costanza ha un’idea e io ne ho un’altra. La nostra unione è basata sulla curiosità continua di ciò che fa l’altro. In Anatomia della caduta invece, che è un bellissimo film, anche se complesso, ho sentito una codificazione tra due artisti che non si trova così spesso. Li c’è il senso di colpa borghese. Se si smette di crescere insieme è finita. Si vive la malattia dei sentimenti

GSS: Nel suo libro, uno dei capitoli si intitola Piattaforme si, piattaforme no? Possiamo spoilerare qualcosa del suo pensiero in tal senso? In sostanza si o no?
DV: le piattaforme sono un dispositivo non lineare. Quindi è una grande chance. L’unico limite delle piattaforme siamo noi. A parte il sistema capitalistico, che lo ha trasformato in un grande supermercato, la possibilità di cercare un film per e con parole diverse, tipo: albero, amore, intelligenza, le piattaforme ti trovano una miriade di film di tutto il mondo con quel tema. Inoltre mentre in una sala il film ha una durata e una programmazione imitata uno può, sulle piattaforme, vedere di tutto ad ogni ora, senza limiti di lingue, orari, paesi.
Sogno un mondo in cui non ci sia più un sistema capitalistico nelle piattaforme. Vorrei qualsiasi tipo di contenuto a disposizione sempre di tutti, anche se capisco che ciò sia assurdo perché il sistema cinema è il sistema per antonomasia più capitalistico che esista.

GSS: Altro tema è l’educazione al cinema, soprattutto a Corto Dorico, festival di giovani, fatto per i giovani.
DV: I bambini capiscono che possono mentire col cinema. Li si raccontano storie e quindi bugie. Bisogna iniziare a pensare cinematograficamente. E parlare di cinema aiuta a fare cinema, – continua Vicari – sul tema insegnamento ai giovani.
Se fossimo dei pesci nuotando non vedremmo l’acqua. Così come noi umani non vediamo l’aria che respiriamo.
L’aria e l’acqua sono il sistema della comunicazione. Chi fa il regista non può non dominare questo processo e il linguaggio del cinema che è in continua evoluzione
.

Bisogna capire che è parte del viaggio del cinema anche il martello che l’attrezzista sta usando per attaccare quel quadro che sta dietro al protagonista.
Se studi cinema e non hai capito questo, non capirai niente di cinema. Devi capire che il cinema ha questa complessità. Il contesto linguistico più rilevante nel quale noi siamo immersi fin da subito, ancora prima di imparare a parlare, sono le immagini. I bimbi piccoli quando ancora non parlano già usano i cellulari. Si relazionano con le immagini immediatamente, subito. Quindi il mondo delle immagini è sempre più pervasivo. Fino a qualche anno fa c’erano il cinema e tv. Poi sono arrivati tutti gli altri supporti, DVD e videocassette. Oggi la quantità di dispositivi che ci permette di guardare immagini si è moltiplicata all’infinito. Quindi ci sono due ambiti

Primo l’invenzione di sempre nuovi sistemi tecnologici e tecnologie. Secondo, la condivisione con milioni di persone. Questi sono i due pilastri che uno che fa cinema dovrà gestire e conoscere

Daniele vicari

A Corto Dorico DANIELE VICARI

Cresciuto a Collegiove, in Sabina, si è laureato alla Sapienza di Roma, con Guido Aristarco, in Storia e critica del cinema. Fa il suo esordio con il documentario “Uomini e Lupi”. Con “Velocità massima”, presentato alla 59ma Mostra del Cinema di Venezia (2002), vince il David di Donatello come miglior regista emergente. “L’orizzonte degli eventi”, è presentato a Cannes nel 2004. Due anni dopo, torna al documentario con “Il mio paese”, vincendo di nuovo un David. Nel 2008 con “Il passato è una terra straniera” è in concorso a Roma. Nel 2012 presenta al Festival di Berlino “Diaz” vincendo il premio del pubblico e poi quattro David di Donatello e tre Nastri d’Argento. Tra le sue ultime opere: il documentario “La nave dolce” e i film “Sole, cuore, amore” e “Orlando”. “Fela, il mio Dio vivente”, il suo ultimo lavoro, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma 2023.

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