Enzo Togo | « Da Uomo a Uomo attraverso i colori.» di Massimiliano Reggiani
Non è l’olimpico e distaccato Novecento monumentale e reazionario e nemmeno un figlio del Futurismo, infatuato di meccanica e belligerante velocità, nonostante il legame giovanile con l’ennese Giulio D’Anna. Al pittore di sangue siciliano Enzo Togo gli strumenti dell’Arte arrivano direttamente dalle Avanguardie che incendiarono l’Europa delle aristocrazie ormai al tramonto: colori espressionisti e soggetti impressionisti, elementi impregnati di simbolismo, corpi statuari e volumi definiti in equilibrio tra l’Art Decò e una sensibilità cubista. Nell’estetica di Togo riviviamo un’Europa d’anteguerra, straordinariamente moderna e libera dalle cicatrici di nazionalismi e trincee. Un’arte immersa nel mito e imbevuta d’umana fratellanza, ben più prossima alla Carta del Carnaro di De Ambris e D’annunzio, che sembra riverberare ancora nei colori brillanti, nel socialismo delle idee, nell’amore per l’equilibrio e la bellezza delle forme.

Togo è una figura unica e straordinaria del panorama nazionale, che Red Carpet ha voluto conoscere anche attraverso le parole dei suoi collezionisti, legati all’Artista da profonda amicizia, ben oltre l’ammirazione e il desiderio di possedere le sue opere. Togo, nipote dell’espressionista Giuseppe Migneco, si è mantenuto lontano dall’Arte al servizio di un’idea – strada percorsa invece dal conterraneo Renato Guttuso che pur ammirava – o dalla salace analisi di Leonardo Sciascia, amico ed estimatore della sua arte. Togo a Milano si lega a Aligi Sassu e ne raccoglie la lezione sul mito, a Raffaele De Grada critico raffinato che gli trasmette i valori di libertà consapevole del Gruppo Corrente.
Enzo Togo travalica i limiti cronologici del proprio tempo: riallaccia mito e cuore mediterraneo in una narrazione personalissima dove la natura diventa attrice e l’uomo parte attiva della danza cosmica. Le sue affabulazioni cromatiche hanno la forza della leggenda e la semplicità della poesia: dal mare all’individuo, dal dolore alla libertà tutto in lui è colore e comunicazione come – per ogni opera – ci spiegano i collezionisti che più gli sono affini:
“Le opere di Togo mi hanno coinvolto per la loro capacità di socializzare, di coniugare semplicità e naturalezza recuperando ciò che ci sta attorno e su cui spesso, troppo spesso, non riusciamo a soffermarci per goderne appieno i contenuti e i sapori. La materia pittorica è per lui strumento di dialogo con gli altri.” (Nicola Donato e Teresa Notaro per “Radici” 2009)


“La gradevolezza compositiva, l’innato bilanciamento cromatico fanno dei quadri di Togo opere estremamente piacevoli. La luce mediterranea espressa nelle varie e più disparate forme crea un mix di emozioni positive negli ambienti in cui viviamo: Enzo con la sua pittura è protagonista di questa bellezza. (Roberto e Francesca Anzani per “Attesa” 2022)
“Il Maestro suddivide gli spazi in modo geometrico, passando dai colori forti di terra e d’acqua alla presenza del sole, agli elementi tipici dei paesaggi mediterranei che si alternano senza un’apparente profondità. Sono le stesse emozioni che si vivono rientrando dopo una lunga e faticosa giornata in mare aperto. (Cristian Banfi per “Ritorno all’isola” 2008)
“Togo è l’uomo dei ricordi, colui che ti fa evadere dall’ordinario e ti trasporta in un mondo colorato, Togo è un artista da favola che esprime il legame dell’uomo vissuto lontano dai luoghi della propria infanzia e vede l’isola attraverso un’esplosione dei colori della sua terra natia.” (Giorgio Rota per “Ritorno all’isola” 2011)
“Un’isola è sempre la possibilità di un mondo, intenso e libero. E questo è quello che fa Togo nella sua tela con una pennellata intensa e fuori da ogni schema stilistico. La sua opera è una finestra sul mondo: piena libertà di movimento attraverso colori decisi e tocchi puntuali.” (Maurizio Mannone per “Favignana” 1998)