GIUSEPPE FATA – Giuseppe Savarino
La testa è come una scatola affascinante: pensieri e segreti spesso abitano le sue stanze misteriose e lucchettate, come padroni gelosi e poco inclini ad accogliere visitatori estranei. Con loro dialoga Giuseppe Fata designer di fama mondiale che attraverso le sue teste-scultura, svela gli enigmi della mente con altrettanti incantesimi dell’arte. Un concetto unico nel suo genere che affonda le radici in una meticolosa ricerca del bello ai limiti dell’immaginazione. Architetture complesse e simboliche, materiali antichi e contemporanei si fondono in un crescendo armonico di volumi e dettagli colmi di significato. Ogni testa-scultura viene costruita con una precisione architettonica usando le più raffinate tecniche dell’Haute Couture per un risultato visivo che lascia senza fiato e scatena emozioni sublimi.
di Giuseppe Savarino
Molti anni fa mi trovavo con un professore di filosofia; quando lui mi chiese da cosa nascessero le mie creazioni, gli risposi: tutto parte dalla mente, dal pensiero ed è questo che io voglio “esportare” rendendo visibile attraverso la sua stessa raffigurazione materiale nelle mie teste-scultura. Non si tratta di copricapi estetici, bensì di vere e proprie creazioni artistiche che imprimono nella materia l’inafferrabilità e impalpabilità del pensiero.
Il pensiero, per sua costituzione, è ciò che di più sacro possa produrre la mente umana, per questo le teste-scultura di Fata mantengono un costante rimando alla sacralità: sacro, infatti, è il modo di guardare alle cose, sacro è il modo di restituirne l’intima bellezza. Una sacralità che Fata ha conosciuto sin da bambino quando faceva il chierichetto, quando osservava con stupore i paramenti preziosi usati nelle solennità liturgiche o gli stucchi e i capitelli delle chiese.
Nella nostra famiglia ci sono abbati e preti – raccontavano sempre mio padre Domenico e mia madre, Fortunata Maria, con grande orgoglio e accrescendo la mia curiosità per il mondo che avevo sempre preso in considerazione per ragioni di fede sempre avvertita.
Ma l’arte, quando è vissuta come forza prorompente e irrefrenabile è dono e si fa dono, trovando strade, modalità e cifre personalissime, che impongono dedizione assoluta, sacrifici, impegno costante e grandissima disciplina psicologica e professionale.
Atutti piace la Moda, ma fare Moda è tutt’altra cosa! Lo so bene, perché sono un testardo, che da fanciullo attendeva con trepidazione l’arrivo del numero di Vogue a Reggio Calabria ad un mese di distanza da quando usciva a Roma. Lo so bene, perché con altrettanta determinazione mi sono spostato dalla mia terra d’origine alla quale continuo a tornare per trarre linfa vitale necessaria alle mie opere e a me stesso, nonostante ormai i miei confini coincidano con quelli del mondo.
Le sue creazioni hanno sfilato sulle passerelle più prestigiose al mondo, da New York a Parigi Haute Couture, Milano Fashion Week, Festival del Cinema di Cannes, Venezia e Taormina. Tra i vari riconoscimenti più prestigiosi “La Rosa D’or di Parigi”, international Awards dell’Haute Couture ricevuto a Parigi al “Cité Internationale Universitaire de Paris” attribuendogli la nomea di ” Genio dell’arte sulla testa, l’Oscar Europeo della Moda ricevuto a Palazzo Borgese di Firenze e il premio internazionale “Sergio Valente” ricevuto già nel 2001. Nel Giugno del 2019 viene ricevuto dai Reali e dal Ministero della Cultura di Dubai per ricevere la preziosa statuetta “Golden Lady Awards” gli Oscar della moda in Medio Oriente. Il suo nome figura nel novero dei personaggi che hanno contribuito a tenere alto il nome dell’Italia nel mondo attraverso l’esaltazione del gusto e la bellezza. Le sue Head -Sculpture oltre a dialogare con lo spettatore interagiscono con lo spazio dove Fata contestualizza le sue opere per creare scatti fotografici che diventano parte del progetto artistico. Un’operazione culturale che riporta alla luce luoghi e tesori dimenticati. I luoghi sono tutto per Giuseppe Fata, sono fonte di ispirazione, sono essi stessi narrazione, come nel caso specifico della sua casa-laboratorio, immersa nella natura in cui l’artista ama fare lunghe passeggiate.
Il mio studio è il mio archivio dove conservo tutto; ho sempre archiviato qualsiasi cosa legata a me; All’interno vi sono esposte varie opere: gli omaggi a Michelangelo, a Caravaggio, al Teatro S.Carlo, alla testa di Medusa di Versace, un pezzo a cui tengo tanto, delicatissimo e pieno di preziosi coralli; poi il pezzo di Cocò Chanel, quello dedicato a Franca Sozzani e tanti altri ancora.
Nelle opere di Fata tutto parla dei grandi maestri dell’arte e dell’alta Moda, che l’artista ha avuto il privilegio di conoscere di persona e a fianco dei quali ha avuto splendide occasioni di crescita professionale: Valentino, Versace, Armani, Lagerfeld, Lancetti, Capucci
La mia generazione è stata ‘in mezzo’, per questo ho potuto affiancare i grandi della Moda. Vedere arrivare i maestri scultori del tessuto, ad esempio Capucci a cui mi sono ispirato molto, ha dato una spinta in più al mio sogno, a differenza di molti giovani odierni che devono purtroppo fare i conti con una moda troppo commerciale e con una non adeguata consapevolezza del vero estro artistico.
La storia e la bellezza delle teste-scultura di Fata crea continui paradigmi artistici significativi per lo sviluppo del processo estetico contemporaneo: da una parte il mondo della Haute Couture, dall’altro quello della nuova linea dedicata all’Home Interior con pezzi d’arredo esclusivi, dall’altro ancora un ritiro ascetico come proiezione sempre vagheggiata.
Prima del lock-down stavo lavorando ad una nuova linea di oggetti di lusso da presentare per la Design-Week … e poi tutto è stato rinviato. Ma questo non è un male, perché così ho più tempo per prepararmi, visto che è da anni che ci lavoro: la testa-scultura diventa un pezzo d’arredo, una lampada o altro. Dovrà uscire anche un nuovo marchio. Creare può anche generare una dolce sofferenza, non escludo, tra qualche tempo, una scelta che mi veda immerso fra “i canti gregoriani e i boschi” che mi fanno sempre stare bene!