Già finalista al PREMIO SOLINAS, DOCUMENTARIO PER IL CINEMA 2019 e presentato nella selezione delle Giornate degli autori alla 81° Mostra del Cinema di Venezia, il documentario ‘Vakhim’ di Francesca Pirani conquista la laguna.

Solleva inoltre grandi questioni sull’adozione, specie se internazionale, con scandali, difficoltà, soprusi e, se fortunati i bambini, tanto amore.

Reset di memoria, ricordi passati, sopravvivenza dell’attuale. Tutto è troppo doloroso e di difficile scelta per un piccolo bambino, catapultato in un altro mondo, altra lingua. altro clima, usanze e natura.

Come ad un bivio di coscienza tra passato e futuro, nasce l’elaborazione del sé e dei propri affetti.

La storia di Vakhim e sua sorella Maklin è una bella storia. La Cambogia un paese di anime dolci, affascinanti senza nulla, senza orpelli, eleganti nei modi, nei gesti, nelle facce che includono la pace della semplicità e la sofisticatezza di chi non ha nulla da perdere.

Non si parla di politica nel film, ma gli antefatti della storia di un paese si incrociano a quelli dei bambini protagonisti, dato che le famiglie ridotte in povertà e carestia, spesso si vedono costretti a darli in affido per mancanza di cibo.

Reduci dalle purifcazioni politiche e dal genocidio dei Cambogiani, dove i khmer rossi massacrarono qualunque appartenente alle classi più colte (l’uso degli occhiali era segno di acculturamento sufficiente per essere eliminato), il paese già soffriva. Distrutto poi ogni legame familiare, in quanto incompatibile con la creazione della nuova società cambogiana, nel volgere di mezzo decennio, quasi un quarto della popolazione cambogiana è uccisa.

Vakhim nasce in Cambogia, ma a quattro anni è adottato da una famiglia romana. Quella della regista. Ora che ha diciott’anni, il ragazzo torna per la prima volta nel villaggio natio, alla ricerca della madre biologica, accompagnato dai genitori Francesca e Simone e da Maklin, sorella ritrovata.

SINOSSI
Adottato in Cambogia a quattro anni, Vakhim arriva in Italia nel 2008. Parla solo khmer. Tutto intorno a lui è sconosciuto. Però è un bambino solare; per adattarsi rimuove le tracce della sua breve vita, che non scompare del tutto. In Italia c’è Maklin, la sorella maggiore e dopo qualche anno arriva una lettera: è la madre naturale di Vakhim che chiede del figlio. Francesca e Simone, i genitori adottivi, decidono di andarla a cercare.

La regista che è anche ‘foster mother’ propone nel film un amore che gocciola in ogni fotogramma. Il bambino infatti è filmato fin dall’inizio. E’ simpatico, gioioso, bellissimo e anche da grande ha l’eleganza di un divo. Come sua sorella, bellissima, intensa e consapevole.

Ai due scoperti perfetti attori, auguriamo una carriera che di sicuro non tarderà a donare grandi successi

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