di Gaia Serena Simionati

Le Tableau VoléIl quadro Rubato è un film di Pascal Bonitzer che si interroga sul rapporto tra cultura e profitto. Il film analizza con sensibilità il modo in cui le dinamiche storiche, sociali ed economiche possano dividere o unire gli individui attraverso l’eredità dell’arte.

Il cast include il magistrale Alex Lutz, Léa Drucker, Nora Hamzawi, Louise Chevillotte, Arcadi Radeff, Marisa Borini. E’ in uscita al cinema l’08 maggio.

“Mio marito era un idiota come tutti i medici non aveva alcun gusto, ma io ne avevo per due“

“Mia figlia diceva sempre che un banditore d’asta è come un chirurgo plastico: ci si deve fidare“

Così si apre con battute sagaci e feroci, tipiche del collezionismo più sofisticato e la sudditanza che esso scatena da parte di case d’asta, venditori e mercenari vari dell’arte il film francese.

In regalo il saggio Sull’arte di strisciare ad uso dei cortigiani di Paul H . D’ Holbach


“Un buon cortigiano non deve mai avere un opinione personale, ma solamente quella del padrone o del ministro… Un buon cortigiano non deve mai avere ragione, non è in nessun caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone… deve tenere ben presente che il Sovrano e più in generale l’uomo che sta al comando non ha mai torto. […] La nobile arte del cortigiano, l’oggetto essenziale della sua cura, consiste nel tenersi informato sulle passioni e i vizi del padrone… Gli piacciono le donne? Bisogna procurargliene. E devoto? Bisogna diventarlo o fare l’ipocrita. È di temperamento ombroso? Bisogna instillargli sospetti riguardo a tutti coloro che lo circondano.”

Ben definito da Le Figaro  “Un film appassionante servito con un cast impeccabile” 

Sinossi 

André Masson, specialista in arte moderna e banditore della famosa casa d’aste Scottie’s, un giorno riceve una lettera. Questa gli comunica il ritrovamento di un dipinto di Egon Schiele a Mulhouse, nell’abitazione di un giovane operaio. Molto scettico, Masson si reca lì e deve affrontare la realtà: l’opera è autentica, un capolavoro scomparso dal 1939, saccheggiato dai nazisti. André vede questa scoperta come l’apice della sua carriera, ma è anche l’inizio di una lotta che potrebbe metterlo in pericolo. Per fortuna può contare sull’aiuto della ex moglie e collega Bertina, e dell’estrosa stagista Aurore.

(Le Tableau Volé) 

“Le tableau volè”, il nuovo film di di Pascal Bonitzer, in uscita l’8 maggio, narra del quadro rubato di Egon Schiele

“Sono abituato a essere odiato fa bene ai miei neuroni” dice l’interessante protagonista, André Masson, ‘si proprio come il pittore’ che, nel film è un famoso banditore d’asta. L’eccellente e impeccabile Alex Lutz è coadiuvato dalla sempre eterna, ex moglie e collega in affari, Léa Drucker. Assieme funzionano nel mostrare i perenni interessi e giochi sporchi negli acquisti d’arte con collezionisti, case d’asta e spesso totale mancanza di scrupoli.

Il film sembra narrare due universi paralleli. Da un lato gente attaccata al denaro, scorretta e disposta a tutto. Dall’altro operai umili e onesti che vivono con poco e non si fanno scalfire da milioni o interessi.

In questo il film è molto intelligente perchè mette in scena la bramosia del possesso, la potenza dell’arte. Un quadro che nella presenza silenziosa quotidiana e maestosa, diviene come un figlio. Ma è anche fonte di litigi tra amici, tra acquirenti, tra venditori, tra detentori dei diritti e proprietà.

Ottima anche la musica di Alexei Aigui, mai invasiva. E’ particolarmente efficace, con un uso intelligente del dialogo, delle battute, del ritmo e dei colpi di scena.

Andre Masson, si mi chiamo André Masson come il pittore . “Vendo quindi vivo” pare essere il motto declinato dalla sua assistente Aurore per descrivere Henri il Commisseur priseur di una famosa casa d’asta la Scottis, originale crasi tra Sotheby’s e Christie’s.








Ispirato a una storia vera, il film conduce il pubblico all’interno di un mondo tanto affascinante quanto poco conosciuto: quello delle case d’asta e del mercato internazionale delle opere d’arte.  

Al centro della vicenda, il sorprendente ritrovamento de “I girasoli”, un dipinto di Egon Schiele disperso nel 1939 nel caos delle spoliazioni naziste e delle distruzioni della cosiddetta “arte degenerata”e riscoperto miracolosamente anni dopo a Mulhouse, nella provincia francese, a casa di un giovane operaio. 

L’opera diventa il fulcro di una trama che intreccia passato e presente, sollevando interrogativi fondamentali sul valore dell’arte. Parla però anche del cinismo speculativo e della moralità (mancante) che spesso accompagna la transazione delle opere. Arriva fino a toccare temi legati alla memoria collettiva, all’identità culturale e alle ripercussioni della storia sul presente.

Grazie anche a un cast di grande talento, tra cui Alex Lutz, egli contribuisce a conferire autenticità a una narrazione arricchita da dialoghi taglienti. Vestita da commedia brillante , arricchita da un tono misterioso ma incalzante, Pascal Bonitzer riesce a calibrare con maestria leggerezza e gravità. Alterna suspence e humour a momenti drammatici di tragiche rivelazioni storiche e di intima introspezione psicologica.

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