‘Fino alla fine’, già presentato a Roma alla ‘Festa del Cinema’, è ora in uscita il nuovo film di Gabriele Muccino.
Nelle sale dal 31 ottobre.
Liberamente ispirato al film tedesco Victoria di Sebastian Schipper che gli valse una nomination alla Berlinale del 2015, Fino alla fine ripercorre le stesse tappa in versione palermitana e non più Berlinese.
Sarà che la versione italiana è molto più urlata che parlata. O sarà che la corsa è perenne e senza tregua. Sarà che i giri di macchina diventano vorticosi, ma il film di Muccino stressa e diventa turbinoso al limite del mal di testa.
La storia è quella di Sophie (Elena Kampouris), una giovane americana che ha vissuto tutta la vita sottovuoto e in solitudine. Durante una vacanza a Palermo con la sorella, studiosa di storia dell’arte, incontra Giulio e il suo gruppo di amici un pò sbandati siciliani. Desiderosa di vivere fino in fondo, Sophie decide di scegliere di camminare sull’orlo del baratro trascinandosi in una vertigine pericolosa. Verrà risucchiata dal fascino del pericolo, commettendo errori che marchieranno la sua vita, cambiandola per sempre.

Incontrando Gabriele Muccino e i protagonisti del film, gli attori Saul Nanni e Lorenzo Richelmy, che hanno introdotto la proiezione milanese all’Anteo con una lezione di cinema, il regista si è raccontato a lungo.
Si è confrontato sulla produzione, il girato, le difficoltà di fare tutto due volte, sia in italiano e in inglese. Questo ha generato una tensione continua negli attori e una sorta di straniamento perenne. E, di conseguenza, anche uno stress nel pubblico
Generosi anche gli attori, Lorenzo Richelmy e Saul Nanni nel raccontare metodo di lavoro, le difficoltà nel calarsi in un mondo diverso, nel dialetto e modi di vita siciliani.
Lorenzo, come infiltrato in quartieri, gruppi e luoghi ha cercato di registrare conversazioni, per giorni, imitarle e sbobinarle poi a casa, in modalità studio emulativo. Ottimo quindi il suo risultato
Di sicuro l’energia nel film non manca ed emerge anche una sorta di buona alchimia, corroborata dai vari attori che hanno creato un team energetico. Il risultato credibile e non scontato. Migliori i maschi delle femmine
Nel complesso il film, nonostante la dedizione e la sfida tecnica, non convince del tutto.
Questi giovani, antieroi di se stessi, non piacciono, non conquistano. Né con la prosopopea del bene, né con la banalità del male, ingenerando così tessiture di cose scialbe.
Ahimè sia nelle loro vite, che poi ‘Fino alla fine’ nelle nostre.
Scappare con il denaro rubato alla malavita in USA e terminare il film nel commento musicale con Heroes di Bowie lascia perplessi persino nel tipo di messaggio che si vuole comunicare.
Lo spettatore rimane con la domanda delle 1000 pistole in testa: Ma poi chi saranno sti decantati eroi di oggi?
In occasione dell’uscita in sala di FINO ALLA FINE, il nuovo film di Gabriele Muccino,
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