AL 70 Taormina Film Festival presentato il film esordio di Marco Gianfreda, ‘Tre regole infallibili’
Titolo a parte, il film piace come un quadro di Morandi e la sua polvere sedimentata, raffinata, adagiata su natura morta.
Sta in ascolto.
Delicato. Borotalcato. Rosa pallido. Non urla mai, ma sussurra.
In sostanza sprigiona la forza della nostalgia.
Nei ricordi d’infanzia. Di un’epoca che non c’è più. Nella ricerca spasmodica di dialogo, di ascolto e di rapporti umani. Cosa sempre più rarefatta.
Ottime alcune intuizioni come quella dello specchietto in classe e altre idee. Specchiarsi nell’altro diventa un Must per crescere.
Nessun contatto fisico.
Pochi dialoghi.
Introspezione. Insicurezza. Intimità mancata.
Questa è l’adolescenza. Di Bruno, (intenso e perfetto Guglielmo Aquaro).
Ma non solo lui.
Può capitare di restarci imprigionati anche da grandi. Anche a genitori che non hanno esplorato se stessi, crescendo nei sentimenti e lavorando su di sé.
La cristallizzazione delle paure in amore, statue di sale di se stessi, non ha età, né sesso. Può accadere sempre. A tutti.
E allora avviene che una mamma fredda, distaccata e problematica, (la spigolosa Cristiana Dell’Anna) anziché capirsi, mandi dallo psicologo il figlio che spacca a calci e pugni le porte.
Non le è chiaro però che la rabbia che lo pervade è la stessa provocata dalla mancanza di comunicazione e comprensione dei meccanismi comunicativi attuati da lei.
Oltre alla mancanza di contatto, il suo distacco è glaciale.
Questo avviene anche nell’intimità con il suo nuovo fidanzato. I due si sfiorano appena, vivono non di contatto fisico, ma più di vicinanza e di un effimero tentativo di supporto emotivo.
Il ruolo di un bravissimo ragazzo, giardiniere, amante della natura, è affidato a Matteo Olivetti (di cui avevamo parlato nel lisergico Disco Boy e in La terra dell’abbastanza).
Anche qui non delude ed è ben diretto. Inerme di fronte alla pantagruelica voglia di non amare di lei. E alla gelosia del figlio, con cui poi riuscirà a ad entrare in sintonia.
La poesia che sprigiona dalla ricerca dall’amore, ma anche dalla paura di viverlo o di conquistarlo, è il sapore di questo delicato film.
Esso si nutre prima del rapporto tra una madre separata e il suo intelligente, sensibile figlio tredicenne che non sa con chi aprirsi, non avendo una figura maschile con cui scambiare.
Non volendo andare contro all’energia negativa della madre, molti figli per non far soffrire, si calibrano al dolore del proprio genitore, assorbendolo.
Fanno di tutto cercando di alleviarlo, spegnendo però le loro pulsioni, idee, gioie.
Mors mea, vita tua, direbbe qualcuno.
E basterebbe per capire leggere “Il dramma del bambino dotato” di Alice Miller.
Il film getta una luce sui giovani d’oggi. Li aiuta a smuovere l’importanza di esprimere i propri sentimenti, di ascoltare consigli o identificare una guida. In pratica, parla del riconoscimento del sè.
Loro, cosi fragili, insicuri, usciti da un covid che ne ha ucciso ogni slancio vitale. Spesso abbandonati per ore davanti a un telefonino, a un social asociale, (per fortuna, mai presenti nel film), capiranno che tutti siamo passati da questa fase
E chi più, chi meno, si è ancora vivi.

Trama
Bruno, 13 anni, è nel panico: ha scoperto che il suo amore per Flavia è corrisposto, ma non ha la minima idea di come si inizi una storia. Ha bisogno che qualcuno glielo insegni e, guarda caso, l’odiato patrigno Luca è l’unico uomo che sia riuscito a far innamorare quel cuore di pietra di sua madre Claudia. Bruno sarà costretto a mettere da parte ogni contrasto e seguire i consigli del suo peggior nemico. Quello che Bruno non sa è che Luca e sua madre vivono una relazione fragilissima, minata, per niente esemplare.
Il cast
Interpretato da Cristiana Dell’Anna, Matteo Olivetti, Guglielmo Aquaro, Emmanuele Aita, Roberta Rigano, Erica Siracusa, Renato Nuccio, Giuditta Perriera, Dario Frasca, Stanislao La Porta.
Il film è prodotto da Gaetano Di Vaio (purtroppo scomparso da poco e prematuramente) e Giovanna Crispino per Bronx Film. Poi Minerva Pictures, Eskimo, Rai Cinema, con il contributo del Mic, Sicilia Film Commission e il sostegno di Lazio Film Commission.
La fotografia è di Corrado Serri, il montaggio di Claudio Di Mauro, le musiche originali di Giordano Corapi, le scenografie di Massimiliano Forlenza, i costumi di Isabella Rizza,
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