di Gaia Serena Simionati

Leopardi. Il poeta dell’infinito

Già presentato in anteprima all’81° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia 2024, nella sezione “Fuori Concorso – Proiezioni Speciali”, ora la miniserie arriva in tv.

Il compito di uno scrittore è colmare di vuoti e riempire con l’immaginazione ciò che non è certo

Sergio Rubini

Con grande inventiva, eleganza e rivisitazione della vita di un genio, Rubini crea un’avvincente mini serie, utile ai giovani, ormai spesso privi di modelli costruttivi.

Scardinando le consuete pre immagini di un gobbo, solo e rachitico, Rubini si focalizza su altro, restituendo del genio di Recanati più della sua intimità e sentire, che sulle ben note deformazioni fisiche.

Ne esce un Leopardi versatile, più interessato a rivolgersi alle generazioni del futuro, mettendo in ballo spunti di riflessione più che mai attuali, in una società come quella di oggi spesso afflitta dalla mancanza di maestri e di saldi punti di riferimento.

Leopardi Alessio Boni e Leonardo Maltese

Diretta da Sergio Rubini, sua prima regia televisiva, prodotta da Rai Fiction – IBC Movie – Rai Com, la potente miniserie racconta quindi la vicenda umana e storica del grande poeta Giacomo Leopardi.

L’imperdibile evento sarà in onda in prima visione su Rai1, il 7 e 8 gennaio 2025.

Una grande produzione in costume – ambientata e girata tra la natìa Recanati, le Marche, Bari e la Puglia, Mantova, Torino, Roma, Napoli e Bologna – restituisce alle nuove generazioni un ritratto inedito pur storicamente coerente di Giacomo Leopardi.

Un formidabile genio, in grado di incendiare con i suoi versi non soltanto passioni amorose, ma anche ideali politici. Poeta libero e avverso al compromesso che ha sfidato il suo tempo, l’invasore austriaco, la Chiesa e gli stessi fondatori del nascente stato italiano.

Bambino prodigio paragonabile a Mozart. Adolescente ostile ai genitori come un moderno teenager. Poeta romantico, filosofo e pensatore politico. Leopardi è stato il primo esistenzialista della modernità. Riferimento dei tumultuosi anni del Risorgimento italiano, ha scritto versi eterni e dato forma a pensieri che oggi, nel nuovo millennio, sono verità granitiche.

Ha amato, Leopardi, e lo ha fatto come un astuto Cyrano de Bergerac, con la sua penna usata per accoppiare l’affascinante amico Ranieri alla figura che è l’emblema dell’amore inarrivabile, la bellissima e sensuale Fanny.

Leopardi è un “maledetto” che ha abusato della sua arte e del suo genio fino a venirne annientato. Un autore pari a Goethe, William Blake, Baudelaire, da scoprire e finalmente ammirare attraverso una miniserie che punta a stupire il pubblico, tracciando il percorso biografico di una figura accattivante, controcorrente, amata e osteggiata dai suoi contemporanei. E’ estremamente attuale, in grado di scuotere ed emozionare le sensibilità.

La parola agli attori

Alessio Boni è l’algido Conte Monaldo, che racconta del suo ruolo:

“Monaldo era un padre che adorava la letteratura, la politica, la cultura e che purtroppo ha invidiato il talento di suo figlio. L’invidia nasce, va da sè. Anche se era suo figlio non c’era affetto. Era un periodo senza dimostrazioni di calore paterno, ma c’era la sensibilità al bello. E’ riuscito a liberarlo. Il conte voleva lui essere colui che dava il rigore di farlo diventare essere uomo”

La mamma, Adelaide Antici Valentina Cervi – era cresciuta con le oblate di Recanati con una religione ‘cattiva’. Aveva sofferto a sua volta, ma aveva cristallizzato, slacciato la sua capacità di sentire.

Cristiano Caccamo è il migliore amico di Giacomo, nelle vesti di Antonio Ranieri, si fa luce attraverso Leopardi

La sua diversità non risulta mai ostile il pessimismo cosmico

Leonardo Maltese, è il protagonista, nei panni di Giacomo Leopardi. Già apprezzato nei film “Rapito” di Marco Bellocchio e “Il Signore delle Formiche” di Gianni Amelio, per i quali ha vinto il Premio Guglielmo Biraghi ai Nastri D’Argento 2023.

Alla New York University abbiamo presentato il nostro Leopardi. Li abbiamo ricevuto un premio, Window Europe Award che è stato molto apprezzato dal console.

Giusy Buscemi è la contessa Fanny Targioni Tozzetti, di cui Leopardi è innamorato. emblema dell’amore irraggiungibile magnificato nei suoi versi, nel ciclo di Aspasia. Purtroppo lei non ricambia e si innamora invece di Antonio Ranieri. Assieme scriveranno una rivista satirica ‘Le Flaneur’

Alessandro Preziosi nel ruolo di Don Carmine amico e mentore del poeta, racconta del suo personaggio: “penso che si possa ricostruire questa dolcezza del naufragare, il superamento del dolore, la trascendenza e il non finire nella fossa comune, ma donare a questo grande uomo, un’onesta sepoltura”

Leopardi. Il poeta dell’infinito descritto da Sergio Rubini

“Approfondendo la biografia di Giacomo Leopardi, oltre all’immagine canonica di un uomo immerso in una malinconica solitudine a tinte gotiche, sclerotizzata da una perenne sofferenza fisica, se ne può scorgere un’altra, sottotraccia, completamente diversa, caratterizzata da una vitalità dirompente”, ci spiega Sergio Rubini

“Piuttosto che lo studioso curvo perennemente sui libri, il nostro Leopardi quindi avrà il piglio di un esuberante enfant prodige che desidera divorare il mondo e viverne appieno ogni sfaccettatura. Al posto di una figura grigia, rischiosamente polverosa e respingente, preferiamo tratteggiarne un’altra più brillante, variopinta, trasgressiva e soprattutto piena di fascino”. Ebbe una viva difficoltà ad esprimere i suoi sentimenti alle donne, così usava lo scialle di Ranieri per fare delle prove. Diede un bacio galeotto all’amico, non per una suggestione dell’orientamento sessuale, non una deviazione, ma un’amicizia profonda che sfocia si in un bacio, ma è quello che vorrebbe dare all’amata Fanny.

Rubini racconta:

Amadeus Mozart e Salieri non si sono mai incontrati, eppure Puskin scrisse un poemetto sull’invidia. Schaffer scrive una commedia e Milos Forman ne fa un capolavoro che vince tantissimi premi e l’Oscar. Nel film non si racconta una verità, ma una menzogna. Il film è riuscito a divulgare il mondo di Mozart e il mozartismo, cosi come Forman ha reso il requiem di Mozart Pop. Penso che faremmo un grande servizio al poeta leopardiano

Dotato di un corpo troppo fragile per soddisfare il suo bisogno primario di amore, Giacomo Leopardi, infatti, tutt’altro che arreso, è in continuo conflitto con la natura matrigna, avendo come obiettivo il superamento del proprio limite e lo spasmodico desiderio di un orizzonte di felicità e di bellezza. È l’incontenibile amore per la vita il motore che muove Leopardi e la sua poetica. E il suo pessimismo è il risultato di una costante ricerca di felicità negata da un universo incomprensibile e sordo ai desideri degli uomini. La continua tensione del poeta verso la vita si manifesta attraverso una voglia di libertà, di amore e di bellezza, a costo di mettere in discussione ogni ordine costituito, dalla famiglia al conformismo dei suoi contemporanei.

Sarà la ricerca di amore a spingere Leopardi oltre il recinto dorato della casa paterna. Sarà l’amore per una donna, l’ammaliante aristocratica Fanny Targioni Tozzetti, a diventare la sua ragione di vita, nonché a occupare uno spazio importante nella sua produzione letteraria. Così come ancora una volta sarà nell’amore per il suo fedele e apollineo amico Ranieri che il nostro poeta riuscirà a colmare i limiti della propria fisicità. Genio visionario dietro cui palpita il cuore di un eterno ragazzo, incompreso dai suoi contemporanei,

SINOSSI

PRIMA PARTE. Napoli, 1837.

Giacomo Leopardi, l’ateo miscredente, è morto. Il suo fraterno amico, Antonio Ranieri, cerca di convincere Don Carmine a dargli degna sepoltura, ripercorrendo la vita del poeta.

Recanati, 1809. Seguito da un precettore, il piccolo Giacomo dimostra un’intelligenza prodigiosa e uno spirito ribelle. Vorrebbe uscire di casa, vedere il mondo ma il rigido padre, Monaldo, glielo vieta.

Sfoga quindi la sua rabbia sui libri, trascorrendo intere giornate nella biblioteca di famiglia. Nel 1817, la visita della bellissima cugina Geltrude scuote e sconvolge Giacomo, che ormai intrattiene fitti rapporti epistolari con i maggiori intellettuali dell’epoca. La sua frustrazione viene riversata nella stesura di All’Italia, che si diffonde come un inno carbonaro tra i patrioti che combattono per il nascente Stato italiano. Sempre costretto in casa, Giacomo compone la più importante lirica dai tempi di Dante Alighieri: L’infinito. Finalmente, suo zio Carlo Antici riesce a strapparlo all’attaccamento morboso del padre e portarlo a Roma, dove Giacomo rifiuta la carriera ecclesiastica: lui sogna l’amore e la libertà, ma si scontra con una città mondana e
superficiale, per cui si trasferisce a Milano, dove consegna alle stampe la prima edizione ufficiale delle Operette morali, caposaldo della filosofia italiana. A causa della natura dei suoi scritti, Giacomo si ritrova in gravi ristrettezze economiche. Per questa ragione decide di spostarsi a Firenze, dove conosce Vieusseux, figura di spicco dei patrioti italiani. È in questo periodo che stringe il suo sodalizio con il fascinoso patriota napoletano Antonio Ranieri, che si offre di fargli da agente, e conosce Fanny Targioni Tozzetti, la donna più bella e sensuale di Firenze, di cui si
innamora. Ranieri gli promette che lo aiuterà a conquistarla. Di nuovo nel 1837, Ranieri ha convinto Don Carmine a seppellire Leopardi in chiesa. Nel salutarlo un’ultima volta, Ranieri trova nel taschino del suo frac la lettera d’amore che Fanny gli ha scritto. Antonio ricorda quella lettera e capisce che Leopardi ha risposto a Fanny spacciandosi per lui.


SECONDA PARTE – Napoli, 1838. All’arrivo di Fanny, Antonio non riesce a nascondere il piacere di rivederla. Finalmente soli, i due si abbandonano all’amore trattenuto per anni per non ferire Giacomo. Dopo quella rinnovata passione, Ranieri ripercorre con l’amata Fanny il legame con Leopardi.

Firenze, 1830. Giacomo e Antonio fanno spesso visita a Fanny nel suo salotto letterario.

Antonio fa di tutto affinché lei si avvicini a Giacomo. Lei, che adora il suo genio, lo considera però solo un buon amico. E’ invece innamorata di Antonio, che però si rifiuta di tradire la promessa fatta a Giacomo.

Gli austriaci sono ovunque, anche tra gli amici, e la rivista satirica ideata da Giacomo, Le Flȃneur, subisce il divieto di pubblicazione. Nel frattempo, Bologna è insorta e Giacomo è stato nominato delegato all’Assemblea nazionale del nuovo Stato italiano.

Giacomo, però, non ammette compromessi e si scontra con i patrioti. Antonio passa sempre più tempo con la sua amante, la famosa attrice Lenina Pelzet.

Con lei va a Roma, lasciando Giacomo in balìa del suo amore per Fanny, mai dichiarato e mai ricambiato. Giacomo capisce che Fanny è innamorata di Antonio. È affranto, eppure accetta il suo sentimento e all’oscuro dei due cerca di farli incontrare. Antonio finisce per cedere all’affetto di Fanny, pentendosene subito.

Decide quindi di convincere Giacomo, sempre più malato, ad andare a Napoli, dove sua sorella Paolina si prenderà cura di lui. La filosofia e le idee visionarie di Giacomo sono difficili da comprendere in un’epoca che crede ciecamente nel progresso. Per questo Leopardi fatica a farsi accettare anche a Napoli. Scoppia il colera. Giacomo vorrebbe scappare a Parigi ma è ormai troppo malato. Come suo ultimo desiderio si fa mettere da Paolina la lettera d’amore di Fanny per Antonio nel taschino del suo frac, vicina al cuore.

Il cast

Alessio Boni nel ruolo dell’austero padre, il Conte Monaldo Leopardi. Valentina Cervi nei panni della madre Adelaide Antici. Giusy Buscemi che interpreta l’amata Fanny Targioni Tozzetti. E infine Cristiano Caccamo, nelle vesti dell’amico Antonio Ranieri. Alessandro Preziosi nel ruolo di Don Carmine.

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