di Gaia Serena Simionati

«…a Maigret ho dato un’altra regola: non bisognerebbe mai togliere all’essere umano la sua dignità personale. Umiliare qualcuno è il crimine peggiore di tutti.»

(Intervista di Nascimbeni a Georges Simenon, 18 maggio 1985)

Dal recente successo della Mise en scène cinematografica, il film Il caso Belle Steiner, tratto dal romanzo “La morte di Belle” (ed. Adelphi) di Georges Simenon – solo un’altra delle innumerevoli trascrizioni visive dei romanzi amatissimi – pare davvero che l’amore per lo scrittore belga non finisca mai.

Tanto più in Italia che lo ha da sempre celebrato, ora più che mai la dedizione diviene cimelio in una mostra presentata al Grand Hotel et de Milan che, da oggi fino a gennaio 2026 sarà visibile a Bologna. 8 viaggi di un romanziere, (Galleria Modernissimo a cura di Jhon Simenon e GlFarinelli).

L’amatissimo scrittore belga e celebre giallista è stato tradotto in 47 lingue con 550 milioni di copie vendute in tutto il mondo. Il fascino è la sia modernità intramontabile. Parla di piccole cose fatte da grandi uomini, ma è anche vero il contrario. Simenon sa da sempre affrontare temi assolutamente centrali nella società contemporanea. Tra di essi, la passione, la presunzione di innocenza, il processo mediatico, il giudizio popolare.

Georges Simenon "Grand Hotel et de Milan"

Indugia su come un evento straordinario possa sconvolgere la vita di un uomo comune. Dalla passione all’omicidio, con approccio intimo, psicologico, raccontando tutto attraverso uno stile autentico e avvincente. Spesso come fa il noir. 

Sempre in mano a grandi attori come Gino Cervi in Italia, fino all’ultimo Maigret, ben interpretato da Gérard Depardieu, oltre agli immensi Jean Gabin o Charles Laughton, nel poliziesco L’uomo della torre Eiffel (1948). Anche moltissimi altri hanno vestito i panni del commissario più amato e noto: orfano, amante della pipa, del Calvados e del buon cibo.

Per celebrarne la scrittura, il successo internazionale ecco la mostra che ne raccoglie le virtù. Si parla di viaggi, di amori, del rapporto difficile con la madre. Oltre alla sua conclamata originalità. E’ stata presentata a Milano, nella sede dell’iconico Grand Hotel et de Milan. Genius loci che sarebbe tanto piaciuto a sia a Simenon che a Maigret stesso, per la storia e le storie che incarna e racchiude.

L’eccelso scrittore belga viene ricordato dal figlio John con nostalgia e commozione, ripensando anche al successo editoriale italiano che lo ha legato a Mondadori prima e definitivamente ad Adelphi poi. Fotografie inedite, viaggi, cimeli, macchine fotografiche, scritti e reportage in Africa, America e Europa costellano il ricordo in mostra.

Il successo non è solo di gialli e noir, ma anche di molti altri indimenticabili testi. Ad esempio quello in cui il grande maestro noir, si lascia scoprire come romanziere della passione.

Tre camere a Manhattan è ambientato una notte a New York. Un uomo e una donna, come due naufraghi, camminano in Fifth Avenue come se non potessero fare altro. E come se la notte non dovesse finire mai. Lui non sa niente di lei. Lei non sa niente di lui, “sono così tenacemente avvinti l’uno all’altro che la sola idea della separazione risulta loro intollerabile”.

Si intollerabile, come la mancanza stessa del meraviglioso scrittore belga

Georges Simenon, la mostra a Bologna


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