di Gaia Serena Simionati

Haydn e Čajkovskij in duetto in Largo Mahler

Quinta Sinfonia” è l’undicesimo appuntamento della Stagione Sinfonica dell’Orchestra Sinfonica di Milano di venerdì 9 (ore 20) e domenica 11 febbraio (ore 16).

Con Edgar Moreau al violoncello e Kolja Blacher sul podio, il Concerto n. 2 in Re maggiore per violoncello e orchestra di Franz Joseph Haydn è abbinato alla Sinfonia n.5 di Petr Il’ič Čajkovskij.

Sul podio Kolja Blacher, eccezionale musicista che fa parte del roster musicale di casa all’Auditorium di Milano. Il maestro dal 1993 al 1999 è stato Konzertmeister dei Berliner Philharmoniker, sotto la direzione di Claudio Abbado. 

Come solista, un talento giovanissimo e dalla spiccata musicalità, Edgar Moreau.

Kolja Blacher all'Auditorium di milano

Già vincitore, a soli 17 anni, nel 2009. del Secondo Premio al Concorso Čajkovskij. Questo è il Premio per Giovani Solisti al Concorso per violoncello Rostropovich di Parigi

Egli vanta esibizioni pubbliche, con musicisti illustri come: Valery Gergiev, Gidon Kremer, András Schiff, Yuri Bashmet, Krzysztof Penderecki e Gustavo Dudamel.

Moreau, accompagnato dall’Orchestra Sinfonica di Milano, diretta da Blacher, propone il Secondo Concerto per violoncello e orchestra di Haydn. Datato 1783 è stato dedicato al primo violoncello dell’orchestra del principe Esterhàzy (di cui Haydn era direttore).

Una composizione caratterizzata da una elaborazione interna del materiale che segue una ferrea logica compositiva. Ciononostante conserva gli slanci di libera fantasia propri dell’invenzione di Haydn, affidati qui in particolar modo alla parte solistica.

Essa si sfoga virtuosisticamente nello sviluppo centrale del primo tempo, e negli episodi fra una ricomparsa e l’altra del tema principale del Rondò finale.

«Nonostante i concerti per strumenti solisti rappresentino una piccola parentesi nella storia compositiva di Haydn, egli – come sottolineava Stendhal – mostrò “un segreto debole” per il violoncello. Nel Concerto n. 2 in Re maggiore (1783) la precedente vena “barocchista” viene abbandonata per lasciare spazio al periodo della maturità stilistica di Haydn.

Un secolo dopo, nel 1888, Čajkovskij presentava al mondo musicale la Quinta sinfonia. Solo un’estate era stata necessaria per scriverla, ma il risultato fu per il compositore una delusione su cui continuerà a tormentarsi. La considerava infatti un’opera malriuscita e artificiosa. Oggi invece la Quinta è annoverata tra le pagine più conosciute e amate del repertorio sinfonico».

A fare da pendant a questa composizione, la Quinta Sinfonia di Čajkovskij, che dà il nome all’appuntamento. Datata 1888, la Sinfonia in mi minore non godrà immediatamente di grande popolarità. Sarà il grande Direttore d’orchestra Arthur Nikisch, alla morte di Cajkovskij, a riportarla in auge per mostrarne la raffinata bellezza.

Così come la Quarta e la Sesta, nell’ambito della Quinta Sinfonia viene sviluppato un discorso musicale che vuole raccontare la lotta di Cajkovskij col destino.

Una contesa impari dove, la volontà dell’uomo soccombe miseramente alla forza del fato. Musicalmente si disegna quindi un oscillare perpetuo tra una visione del mondo distesa e serena contro un pessimismo cupo e indomabile.
Fin dal primo movimento questa alternanza ben si percepisce. L’Andante-Allegro con anima, dalle tinte drammatiche. Passando per il più disteso Andante cantabile con alcuna licenza.

E il lirico Valzer del terzo movimento.

Fino al ritorno del tema del destino nell’ultimo movimento, l’Andante maestoso-Allegro vivace. Una frenetica e appassionante corsa in cui si intrecciano stati d’animo contrastanti.

Biglietteria: Largo Gustav Mahler, Milano 
La biglietteria è aperta da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00 
T. 02 83389.401
biglietteria@sinfonicadimilano.org

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