di Gaia Serena Simionati

‘Ognuno sta sul cuor della terra,
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera’.

Salvatore Quasimodo

Torna al Filodrammatici, dopo la già strepitosa prima messa in scena a gennaio 2023, A casa allo zoo di Edward Albee (dal 14 al 26 maggio 2024) con la regia è di Bruno Fornasari

L’unione di due testi, scritti a distanza di anni, fusi da Edward Albee in una tessitura drammatica e comica assieme, esamina la disumanizzazione. 

Questa è una doppia tragi-commedia che ritrae un’umanità sola, disabituata a comunicare in un mondo materialistico fatto d’ingiustizie e disparità sociali. Nessuno sa condividere.

Tutti sono prigionieri di se stessi, delle convenzioni o della propria solitudine

“Dobbiamo parlare”, sentenzia Ann.

Peter, suo marito, è assorto nella lettura del libro “più noioso e importante” mai pubblicato dalla sua casa editrice. E quindi non la ascolta.

L’azione si svolge a New York in una tranquilla domenica di primavera.

Vite quotidiane di persone e coppie che pensano di sconfiggere la solitudine stando assieme. E possano così eventualmente sentirsi meno sole.

Ma, come Salvatore Quasimodo aveva a dire, nasciamo e moriamo soli. Ed è subito sera.

Con o senza linguaggio.

Dal testo emerge prepotente la riflessione che nei matrimoni esistano barriere in cui uno non confida all’altro la profondità delle proprie emozioni/desideri, che rimangono quindi celate, causando così frustrazione, infelicità.

Una volta avviato alla conversazione in casa da Ann, Peter esce. Al parco, seduto su una panchina, pronto a riprendere la sua lettura interrotta, viene di nuovo assalito da un altro comunicatore seriale.

Altra metafora interessante è la voglia e propulsione di alcuni, di parlare a tutti i costi. Spesso dicendo cose inutili. Non come nel caso del balordo della panchina che appare geniale / pazzo a seconda dei livelli di profondità e lettura.

Peter sembra in uno stesso pomeriggio essere attraversato da diversi livelli di forzata consapevolezza che lo scuotono dalla sua vita tranquilla e forse lo ri-animano.

Il tutto è raccontato con lo stile originale, incalzante di Albee farcito di ironia amara, una consueta maestria dialettica, una propensione al dialoghi sofisticati e sottili come pochi altri autori.

A questa eccellenza si aggiunge quella di una recitazione perfetta dei tre attori (Amodio, Radice e Perdonò). Inclusiva, mai sopra le righe, sempre in grado di catturare l’attenzione dello spettatore, che rimane vigile.

Allora il gioco diviene perfetto.

E incastra perfettamente il teatrale nel reale. O viceversa.

Anche le scelte musicali di Silvia Laureti, a corredo, sono perfette, cosi come l’uso delle luci di Fabrizio Visconti.

La scenografia è volutamente scarna, dato che tende a ripristinare tutta l’attenzione non più su oggetti dispersivi, ma sulla forza esecutiva della parola, del testo e degli attori.

Oltre che sui loro corpi in dialogo perfetto tra loro.

Bastano solo piccoli tocchi che ammaliano, e inquietano, come potenti maschere animali, a ri-definire le animalità dalle umanità.

A volte indefessamente incrociate!

L’opera, è scritta dal drammaturgo statunitense Edward Albee, che ha messo in dialogo tra loro due atti unici, Vita casalinga e La storia dello zoo, composti a cinquant’anni di distanza l’uno dall’altro.

La narrazione si sviluppa attorno a un tema di grande attualità, ovvero al bisogno di liberarsi dalla gabbia emotiva di cui si è prigionieri, sia all’interno di una relazione amorosa che nell’isolamento forzato di chi si trova solo con se stesso

Il prestigioso progetto AMADIO/FORNASARI è davvero imperdibile, ha un appeal raro e internazionale, come poche cose nella provincialotta e autoreferenziale Milano/Italia.

La produzione è TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO e VIOLA PRODUZIONI, con la sublime regia di BRUNO FORNASARI.

Gli attori perfetti sono TOMMASO AMADIO, VALERIA PERDONÒ, MICHELE RADICE.

L’ottima traduzione di ENRICO LUTTMANN  

La lettura del regista Bruno Fornasari

“Il testo è stato scritto da Albee molto prima dell’esperienza del lockdown, ma si fonda su due metafore attualissime, allo stesso tempo rassicuranti e minacciose. La casa in cui chiudersi per sentirsi protetti. E lo zoo, da visitare in sicurezza perché lì tutto ciò che è feroce sta chiuso in gabbia. In realtà scopriamo che le mura domestiche non possono proteggerci da noi stessi, dalla vita che ci siamo costruiti. Proprio come lo zoo ci illude d’essere meno feroci degli animali che ci guardano da dietro le sbarre. A casa allo zoo, tratta allora di due forme di solitudine complementari nella nostra società. Quella subdola che ci lusinga di avere una condivisione con le persone che amiamo. E quella più palese, la solitudine, che ci scolla dalla realtà e sviluppa stati d’animo impossibili da condividere”.

Sinossi

In Vita Casalinga, Peter, editore di successo, è sprofondato nella lettura di un libro da pubblicare quando la moglie gli si avvicina e pronuncia una frase innocua quanto minacciosa: “dovremmo parlare”. Il matrimonio che Peter pensava stesse “navigando piacevolmente su una barca inaffondabile”, con due figlie, due gatti e due pappagallini, rischia di venir sommerso dal diluvio di insoddisfazione e senso di claustrofobia che la moglie Ann gli palesa con ironia disarmante. Decide allora di stare da solo, uscire di casa e continuare la lettura al parco. 

Qui inizia La storia dello Zoo. Peter è seduto su una panchina a leggere e viene avvicinato da Jerry, un tipo strano, dall’aria trasandata, ma non sporca, dall’atteggiamento invadente, ma non aggressivo. Jerry viene dai bassifondi, vive in periferia ed è tutto quello che Peter non è mai stato. Tra i due inizia un dialogo apparentemente innocuo. Jerry dice di voler solo raccontare una cosa che gli è successa allo zoo, ma non fa altro che elencare con crudele ironia dettagli della propria vita e pretendere da Peter un’attenzione totale. Il dialogo tra i due diventa sempre meno civile con Jerry che, con un raptus di violenza, spintona Peter a terra e s’impossessa della panchina. Per Peter il gesto è intollerabile e tra i due l’aggressione verbale diventa pericolosamente fisica.

L’abilità di Albee è quella di saper spiazzare lo spettatore, senza tradirne le aspettative. Il finale imprevisto apre molte domande.

Quando si dice eccellenza. Ecco le sublimi Note Biografiche di Bruno Fornasari 

Autore e regista residente al Teatro Filodrammatici di Milano, di cui è co-Direttore artistico dal 2008, Bruno Fornasari ha un’esperienza trasversale. Spazia dalla prosa alla lirica, al musical e al multimediale. E’ stato Associate Director del musical Mamma Mia! (Stage Entertainment Italia e Little Star UK). Ha ideato ed esportato il format CON_TESTO presso la Dramatikkens Hus di Oslo e con la regia dello spettacolo IL BUMME, da La vita agra di Bianciardi. Ha rappresentato l’Italia al Festival Dekalogas Dialogas, per Vilnius città della cultura europea 2009.

Specializzato in drammaturgia d’impostazione anglosassone, ha diretto e tradotto opere di autori come John Hodge, Barrie Keeffe e Philip Ridley. E’ stato regista associato di SHAKESPEARE IN LOVE, tratto dalla sceneggiatura di Tom Stoppard e dal film vincitore di 7 premi Oscar.

Nell’ambito della formazione artistica è membro dell’Advisory Board di Ecole des Ecoles, network europeo di formazione d’eccellenza nelle arti performative. Ha ideato e conduce il progetto L’AZIONE DI REGIA per l’Accademia Teatro alla Scala, insegna recitazione all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, all’Oltrarno, la Scuola del Teatro Nazionale della Toscana, diretta da Pierfrancesco Favino, e al progetto TESEO del Teatro Stabile del Veneto.

Inoltre è consulente artistico per grandi eventi. Tra le collaborazioni con Balich Wonder Studio, ha fatto parte del team di presentazione della vittoriosa candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali 2026, come collaboratore alla regia e speech coach dei relatori italiani. Autore trasversale a vari generi, molti dei suoi testi teatrali pubblicati sono arricchiti da contributi di prestigio. NERDs ha avuto la prefazione di Pierfrancesco Favino, GIROTONDO.COM quella di John Hodge (sceneggiatore di Trainspotting e The Beach) e la messa in scena al Teatre Lliure di Barcellona a cura di Lluis Pasqual. Col testo LA SCUOLA DELLE SCIMMIE, tradotto in diverse lingue e pubblicato con prefazione di Lluis Pasqual, vince nel 2019 il Premio Nazionale Franco Enriquez alla drammaturgia. 

Chi era Edward Albee? (Washington 1928 – Montauk, New York, 2016).

Scrittore e drammaturgo statunitense ha esordito con gli atti unici The Zoo story (1959), The death of Bessie Smith (1960) e The American dream (1961). 

Se Broadway gli aprì le porte inaugurando la stagione 1962 del Billy Rose Theatre con Who’s afraid of Virginia Woolf?., lItalia lo rappresentò l’anno successivo, da cui è stato tratto un film. Esso fu interpretato da Richard Burton ed Elizabeth Taylor nei ruoli dei protagonisti, per la regia di Mike Nichols. Albee ha scritto inoltre.Tiny Alice (1964); A delicate balance (1966); All over (1971); Seascape (1974); Three tall Women (1991); Fragments (1993). The play about the baby (1996). The goat or who is Sylvia? (2000); Occupant (2001). Knock! Knock! Who’s there!? (2003); Peter & Jerry (2004); Me myself and I (2007). Ha adattato per le scene romanzi di C. Mc Cullers (The ballad of the sad café, 1953) e di J. Purdy (Malcolm, 1966). Edward Albee è uno dei più moderati rappresentanti della “new wave” americana.

La critica verso la società in cui vive è negativa e di rifiuto, non esente peraltro di un chiaro intento moralistico. 

AT HOME AT THE ZOO fu prodotto con il titolo di “Peter e Jerry” al Second Stage Theatre, NY, 2007. Direttore artistico Carole Rothman. “Home Life” è una commissione originale dell’Hartford Stage e “Peter e Jerry” una produzione dello stesso. 

A CASA ALLO ZOO 

A casa allo zoo, spettacolo prodotto dal Teatro Filodrammatici di Milano e Viola produzioni, con il sostegno di Intercettazioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia / Circuito CLAPS, per la regia di Bruno Fornasari, interpretato da Tommaso Amadio, Valeria Perdonò, Michele Radice. 

TEATRO FILODRAMMATICI MILANO (Piazza Paolo Ferrari, 6)

Sito internet:www.teatrofilodrammatici.eu 

Biglietteria: Marta PintoT + 39.02.36727550 biglietteria@teatrofilodrammatici.eu

http://www.teatrofilodrammatici.eu/info-biglietteria/ 

Traduzione Enrico Luttmann

Regia Bruno Fornasari Con Tommaso Amadio, Valeria Perdonò, Michele Radice

Scene e costumi Erika Carretta

Luci Fabrizio Visconti

Suono Silvia Laureti

Assistente alla regia Federica Dominoni

Crediti fotografici Laila Pozzo, Salvatore Pastore

Produzione Teatro Filodrammatici di Milano, Viola Produzioni Con il sostegno di Intercettazioni – Centro di Residenza Artistica della Lombardia / Circuito CLAPS 

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