di Gaia Serena Simionati

Ludopatia, divorzio e la dignità di chi soffre di dipendenze, stanno nel fantasioso progetto di Teemu Nikki, regista finlandese, vincitore di diversi premi. Il film fa riflettere anche sulla sottigliezza della linea che divide i morti dai vivi, e sulla precarietà dell’essere umano, con tutte le sue fragilità.

Definito il metafraste di una satira dell’umanità sfrontata, ma benevola, Teemu Nikki è regista, montatore e sceneggiatore dei suoi film

‘La morte è un problema dei vivi’, una coproduzione Finlandia, Italia, esce il 4 luglio al cinema.

‘La morte è un problema dei vivi’ di Teemu Nikki, è un racconto profondo, ma anche comico sulle disfunzioni di gioco, amore, dipendenza.

Un film di 98 minuti macabri ed esilaranti, ricchi di invenzioni e profondità varie costellano questo originale lavoro, l’ennesimo a cui ci ha abituato il regista Teemu Nikki

Il cast include i due perdenti perfetti: Pekka Strang, Jari Virman, bravissimi, credibili, assurdi nelle loro reciproche disfunzioni.

A loro si aggiungono Elina Knihtila, Hannamaija Nikander, Pihla Penttinen, Iivo Tuuri.

la morte è un problema di vivi
 gaia simionati

Marco Biscarini e Alessio Vanni fanno della musica e del sound design di questo film uno dei punti di forza. Essi contribuiscono in modo assai originale ad incrementare le già folli invenzioni del regista.

Questo è un esempio perfetto di sodalizio tra regia e musica che frutta un ‘ascolto reciproco’ e incastri visivi.

Sciorinando momenti di jazz a suoni reiterati, martellanti che ricreano la dipendenza auditiva ed emotiva, data dai rumori di slot machines dei Casinò, o dei giochi online, esse assecondano perfettamente i temi del film e funzionano per cosi dire, ‘di Concerto’.

La parola al regista

I miei film nascono senza un vero metodo. Di solito succede quando c’è qualcosa che mi disturba e in men che non si dica iniziamo a girarci sopra un film. L’idea di La morte è un problema dei vivi è nata dopo aver letto tre articoli
interessanti.

Uno parlava di un giocatore d’azzardo, uno di un uomo senza cervello e l’altro di un autista di carri funebri.

Ho mescolato le cose nella mia mente e ho notato che lentamente si creava una storia di amicizia
tra un uomo senza cuore e uno senza cervello.

Ritrovo entrambi i personaggi in me. Nel bene e nel male.
Ho capito che la risata è il mio scudo contro ogni male. Rido in situazioni e momenti tutt’altro che divertenti. Forse per questo penso che l’approccio migliore ai temi oscuri nei film sia il tono da commedia. Finché
si ride, si è vivi.

Questo film è significativo anche perché è stata l’ultima collaborazione tra me e il direttore della fotografia Jyrki Arnikari. Jyrki ha girato i miei primi film e mi ha sostenuto fino alla fine. È morto pochi mesi dopo la fine delle riprese.
Spero che La morte è un problema dei vivi offra agli spettatori un’esperienza che li faccia ridere.


Sinossi di ‘La morte è un problema dei vivi’
A Risto e Arto tutto è andato storto. Il primo ha una dipendenza da gioco d’azzardo, un matrimonio sul punto di andare in pezzi e un’automobile con cui svolge servizio da becchino.

Il secondo, da quando ha scoperto di essere nato con l’85% di cervello in meno rispetto alla media, si è trovato il vuoto intorno. Abbandonato e insultato da amici, parenti e colleghi, cerca un’alternativa nell’amicizia con Risto. Insieme, i due maldestramente provano a trovare una soluzione alle loro esistenze. Una ricerca su cui dovranno scommettere le loro stesse vite.

Risto Kivi (45 anni) e Arto Niska (45 anni), i più economici impresari funebri, si sono trovati in una situazione in cui tutto è andato a rotoli e sarebbe opportuno ricominciare da capo. Giocatore d’azzardo il primo, sta per perdere la famiglia e il lavoro a causa del suo vizio. Arto, durante un controllo medico, scopre di non avere quasi più cervello.
Risto spera in una grossa vincita per ripagare tutti i debiti e riprendersi la casa di famiglia. Vede la fonte della sua distruzione come la sua unica salvezza. Prima che Arto scoprisse di non avere più cervello, viveva una vita normale. Aveva una moglie e un lavoro come educatore di asilo. I due amici hanno avuto momenti migliori. Non gli resta molto altro che il lavoro, per cui accettano anche i lavori più sporchi. Raccolgono defunti schiacciati da un treno e quelli dimenticati a marcire in casa. Come afferma giustamente Risto, la morte è un problema dei vivi. C’è molta morte nella vita dei due, ma nonostante questo continuano ad avere fede nella vita.
Anche se Arto non ha praticamente più cervello e Risto non ha cuore, insieme la loro situazione non è disperata. Senza lavoro e senza famiglia, Arto e Risto dormono nel vecchio carro funebre dove vengono deposti i corpi, sperando ogni mattina di trovare un lavoro che migliori la loro situazione finanziaria.
Oltre ai normali trasporti di cadaveri, gli uomini finiscono per svolgere anche lavori più particolari: Ulla Sonni, una produttrice di giochi a premi illegali, si interessa ai loro servizi e vuole utilizzarli per smaltire i corpi dei perdenti a un gioco chiamato Live Rounds. Le vite degli uomini prendono improvvisamente una piega inaspettata e Risto e Arto finiscono per giocare con le loro stesse vite. Da questo momento nulla sarà più come prima.


La morte è un problema dei vivi è una commedia mortalmente seria sull’amicizia, le debolezze e il perdono. Commuoverà, divertirà e ferirà – e aiuterà a comprendere alcune delle sfumature più oscure della vita.

Dal pluripremiato regista Teemu Nikki (Euthanizer, Il cieco che non voleva vedere Titanic), una commedia nera originale e commovente sull’amicizia e il perdono, sulle assurdità della vita e su come affrontarle giorno dopo giorno.

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