di Gaia Serena Simionati

Georges Simenon torna al cinema con il film “Il Caso Belle Steiner”.

Tratto dal romanzo “La morte di Belle” di Georges Simenon (in Italia edito da Adelphi), amatissimo scrittore belga e celebre giallista tradotto in 47 lingue con 550 milioni di copie vendute in tutto il mondo, il film di Benoît Jacquot con Guillaume Canet e Charlotte Gainsbourg, è accattivante.

Si usa un noir, attraverso uno stile autentico e avvincenteper esplorare altri temi come il rapporto di coppia, le etichette sociali, la difficoltà di uscire da un giudizio collettivo, una volta che esso si è formato e ha preso piede, al di là dell’innocenza o meno dei protagonisti.

Partendo da un romanzo ancora attualissimo, “Il caso di Belle Steiner” affronta temi assolutamente centrali nella società contemporanea. Tra di essi la  presunzione di innocenza, il processo mediatico, il giudizio popolare. Si riflette su come un evento straordinario possa sconvolgere la vita di un uomo comune.

Pierre e Cléa accolgono in casa Belle, la figlia di un loro caro amico che ha bisogno di essere ospitata per un periodo. Tutti e tre conducono una vita talmente pacifica che sembra perdere di ogni sostanza. Questo fino al giorno in cui Belle viene trovata morta. Pierre è accusato del delitto e la polizia invade casa loro e rivolta come un calzino le loro vite.

Il dolore esce dallo schermo del film palpabile, come la tensione che si sprigiona dopo il ritrovamento di un cadavere in casa del protagonista.

I voli di Lévy sono gli stessi – pindarici ed erotici – che il protagonista, un professore di matematica – l’ottimo Cagnet – vive nella sua lavagna tra processi stocastici, modelli matematici e sistemi frattali.

Li vive lì in un’immersione /astrazione totale dalla realtà e verità, oltre che nella sua testa, arricchita dal desiderio di osservare costantemente dalla finestra una vicina nuda.

Proprio come le proprietà di invarianza di scala, in matematica cosi come nella vita, l ‘esistenza di Cagnet è ribaltata. Ad una visione se ne accorpano migliaia.

Se le leggi di scala in fisica riguardano il comportamento di una struttura in funzione della scala da cui la si guarda, anche nel caso del giudizio sul protagonista i preconcetti e i modi di osservare la realtà, modificano le percezioni del giudizio del popolo: i colleghi, la scuola, il tribunale, gli amici.

Colpevole o meno di un assassinio, il film racconta anche di un rapporto di coppia in cui esiste il bene reciproco, ma non più l’attrazione sessuale. La ricerca del desiderio deve avvenire per entrambi i coniugi al di fuori del matrimonio e questo alimenta dubbi, critiche e una scontata colpevolezza.

Ma quello che sembra non è certo, così Jacquot gioca con lo spettatore fine alla fine.

Il film vede protagonisti la star Guillaume Canet (“Sette uomini a mollo”, “Asterix e Obelix – Il Regno di Mezzo”, “Le Déluge – Gli ultimi giorni di Maria Antonietta”, “Le occasioni dell’amore”) Assieme alla pluripremiata Charlotte Gainsbourg (“Nuovomondo”, “L’arte del sogno”, “Antichrist”, “Melancholia”, “Nymphomaniac”).

I due vestono i panni di Pierre e Cléa, una coppia sposata che vive in una piccola città di provincia. 

Il caso Belle Steiner

Sinossi

La tranquilla esistenza di una coppia è sconvolta dalla morte di Belle Steiner, la giovane figlia di una loro amica che si erano offerti di ospitare per un anno. Quando la ragazza viene trovata strangolata in casa, inizia per loro un vero calvario.

Pierre, professore di matematica, era l’unico presente quella notte e diventa inevitabilmente il principale indiziato. Privo di un alibi, finirà per trovarsi al centro di un’indagine serrata, che lo vedrà sottoposto a interrogatori umilianti da parte della polizia. Si troverà ostracizzato dai colleghi e trattato con ostilità dai concittadini. In una piccola città dove niente è un segreto, la domanda sulla bocca di tutti è: “chi ha ucciso Belle Steiner?”

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