Il Direttore Musicale Emmanuel Tjeknavorian è il più giovane mai arrivato a guidare la formazione di Largo Mahler.
Il Teatro alla Scala con gentile ospitalità consente all’Orchestra di inaugurare sul suo palco la propria Stagione.
Concerto d’inaugurazione
Il debutto di Emmanuel Tjeknavorian nel ruolo di Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano avviene sul
palco del Piermarini: Beethoven, Šostakovič e Čajkovskij, in un programma dal significato profondo per il Direttore austriaco. Tutto sold out. Enorme l’apprezzamento del pubblico
Domenica 15 settembre 2024 ore 20 al Teatro alla Scala, in Piazza della Scala si è tenuto un grande debutto del più giovane direttore della sinfonica: il direttore Emmanuel Tjeknavorian
Il programma prevedeva
Dmitrij Šostakovič, Ouverture Festiva in La maggiore op. 96
Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 2 in Re maggiore op. 36
Petr Il’ič Čajkovskij, Sinfonia n. 4 in Fa minore op. 36
Con l’inizio della Stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica di Milano coincide anche la Direzione Musicale del M. Emmanuel Tjeknavorian, il cui debutto è attesissimo.
La parola al direttore
“Sono entusiasta di rivolgermi a voi per la prima volta in qualità di Direttore Musicale dell’Orchestra Sinfonica di Milano – come vostro Direttore Musicale. Questa Stagione inaugurale segna non solo un traguardo personale, ma anche l’inizio di un emozionante viaggio per tutta la nostra comunità”, afferma il Direttore austriaco.
Una programmazione che vede 31 programmi sinfonici affiancati da 4 rassegne collaterali, grandi solisti, da Daniel Lozakovich a Daniel Müller-Schott, da Thomas Hampson a Sergei Babayan, e un repertorio estremamente ampio, da Pergolesi a Ravel, da Haydn a Prokofiev.
Il Concerto Inaugurale della Stagione 2024/2025 dell’Orchestra Sinfonica di Milano è un impaginato estremamente caro al Direttore Musicale. Tjeknavorian se le ricorda bene, quella volta in cui ha messo piede su un podio per la prima volta, e la prima volta in cui lo ha fatto con un’orchestra professionista. E si ricorda anche cosa ha suonato: la Seconda di Beethoven e l’Ouverture Festiva di Šostakovič. Ora le mette insieme e apre il suo cuore sul palco del Piermarini per dare l’abbrivio a una delle Stagioni più importanti della sua carriera da direttore. E corona il
programma con la Quarta di Čajkovskij.
Da una parte, la Sinfonia n. 2 di Beethoven, scritta intorno tra il 1800 e il 1802 – il periodo in cui il compositore avverte le prime avvisaglie di sordità – e, sin da subito, i contemporanei percepirono nell’opera qualcosa di eccessivo e sorprendente rispetto alle loro abitudini di ascolto. Anche sequest’opera rappresenta ancora un lavoro giovanile (“il Finale è troppo bizzarro, selvaggio e rumoroso”), nell’opera esiste già la futura grandezza beethoveniana.
Dall’altra, l’Ouverture festiva di Šostakovič. Si tratta di una pagina che risale al 1947, composta per celebrare il trentennale della Rivoluzione d’ottobre. In verità questo brano sinfonico dovette attendere il 1954 per essere eseguito. Un anno sereno e ricco dal punto di vista creativo, anche perché il contesto politico si mostrava più sereno per il musicista (Stalin era morto l’anno precedente), che si apprestava a riflettere sul senso della musica a programma in rapporto alla società russa.
A suggellare questo denso programma sinfonico, la Quarta Sinfonia di Čajkovskij, lavoro che il compositore realizza tra il 1877 e il 1878, periodo in cui il suo dramma interiore si fa sempre più acuto: proprio nel 1877 Cajkovskij sposa Antonina Miliukova in un matrimonio di copertura che gli provoca una profonda sofferenza. Il destino che bussa alla porta, che ci rimanda alle prime battute della Quinta di Beethoven, giunge puntuale all’inizio della sinfonia, con gli ottoni che squillano inesorabili e aprono così l’Andante sostenuto. Di queste prime battute lo stesso Cajkovskij scrive
alla sua amica Nadezda Filaretovna, la baronessa von Meck: “L’introduzione è il nocciolo dell’intera Sinfonia; l’idea principale è il fato, forza nefasta che si oppone al conseguimento della nostra felicità e che perfidamente fa sì che benessere e pace non siano mai perfetti, mai scevri da nubi; quella forza che sta sospesa come la spada di Damocle sul nostro capo, e incessantemente ci amareggia l’animo.”
Un programma emotivamente denso, in cui gli stati d’animo si alternano repentini con enorme concitazione. Tjeknavorian dà un assaggio di quello che sarà la Stagione 2024/2025, una Stagione per tutti, che non esclude nessuno, e che, come afferma il Maestro, “garantisce in ogni sua parte che tutti coloro che saranno in sala, da settembre a giugno, saranno toccati emotivamente da ciò che ascolteranno.” Ognuno è invitato a vivere la sua personale esperienza con l’Orchestra Sinfonica di Milano. E, proprio per questo, da quest’anno è disponibile l’Abbonamento mosaico, componibile in base alle proprie necessità.
Forte del successo delle vendite della Stagione 2023/2024, che hanno registrato un +22% rispetto
al precedente cartellone, l’Orchestra Sinfonica di Milano prevede per la Stagione 2024/2025 nuove
formule di abbonamento, andando nella direzione delle esigenze degli ascoltatori, facilitando ognuno a vivere la propria personale esperienza d’ascolto all’Auditorium di Milano: all’Abbonamento classico, un abbonamento fisso a 30 o 15 concerti, si affianca quest’anno l’Abbonamento mosaico, una formula di abbonamento a 15 o 10 concerti, componibile a proprio piacimento scegliendo gli appuntamenti al momento dell’acquisto da tre diverse categorie
in cui sono raggruppati i concerti della Stagione Sinfonica.
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