Serena Autieri | «Col sorriso sulle labbra» Di Gino Morabito
Il concorso Miss Teenager vinto a quindici anni e un destino segnato dal talento. Teatro, cinema, televisione, canto, ballo. Serena Autieri è una vera e propria forza della natura, inarrestabile nella sua carica di energia che travolge il pubblico che la guarda e lo rapisce. Questo racconto è dedicato a lei.
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Proviene “da una città, Napoli, che fruga e perquisisce con gli occhi”.
Napoli è una scuola di vita, me ne sono resa conto crescendo. È una città complessa, piena di contraddizioni e di umanità. Ti fa conoscere tutte le sfumature, le emozioni, il lato bello e quello meno bello della gente, così da prepararti alla vita che ti aspetta.
Un’infanzia trascorsa nella collina sotto al Vomero assieme alla sua famiglia.
Sono la seconda di tre fratelli: mia sorella Liana è più grande di tre anni, mio fratello Carmine più piccolo di sei. Vivevamo all’interno di un condominio nella zona commerciale, in un quartiere molto movimentato. Sono sempre stata una bambina curiosa che amava mettere il naso fuori casa.
Oggi quella bambina è una mamma in continua evoluzione, che cambia a seconda dell’età e delle trasformazioni della figlia.
Come tutti i suoi coetanei, mia figlia è una ragazza molto vicina al mondo del web. Allora cerco di connettermi con lei, di essere presente, di avere il radar a 360°. Spero di essere percepita come una mamma autorevole, ma disponibile al confronto e che si mette molto in discussione.
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L’augurio è che Giulia Tosca diventi una donna indipendente.
Libera di testa, di fare le sue scelte, anche di sbagliare, ma consapevolmente. Spero diventi una ragazza e poi una donna capace di perseguire i propri obiettivi con tenacia, impegno, passione e con l’ambizione di alzare ogni volta l’asticella un po’ più in alto.
La musica è il filo conduttore della vita di Serena Autieri, è partita da lì. Il talento e lo studio hanno fatto il resto.
Napoli ha sempre avuto tante contaminazioni musicali e, sin da piccola, inevitabilmente, ascoltavo un po’ di tutto. Dal pop al rock, alla canzone napoletana, passando per la musica inglese, francese, brasiliana, spagnola, portoghese… Avere tutti quegli stimoli, non solo musicali ma anche culturali, mi ha aiutato nella vita facendomi diventare la persona che sono oggi: una donna che, per riuscire nella propria professione, ritiene che, oltre al talento, siano indispensabili la serietà nello studio, il rigore nella preparazione e il sorriso sulle labbra.
Madrina del reparto di neonatologia del Secondo Policlinico di Napoli, è una donna e artista che guarda all’attualità.
L’urgenza credo sia la salvaguardia dell’ambiente, un tema del quale rendere consapevoli anche i nostri figli e le nuove generazioni. Probabilmente, se avessi in dono un superpotere, lo userei proprio per fermare questa spaventosa distruzione ambientale a cui stiamo assistendo.