Le attiviste Melania Dalla Costa e Nasibe Shamsaei insieme per le donne iraniane diventano un’opera d’arte di Liu Bolin.
In occasione dell’8 marzo 2023 Giornata internazionale della donna Melania Dalla Costa prende parte insieme all’attivista Nasibe Shamsaei, ed ad altre altre attiviste iraniane, alla realizzazione dell’opera ideata dall’artista Liu Bolin, diventando lei stessa un’opera d’arte.


IL PROGETTO
Il progetto si è concretizzato grazie al contributo di Melania Dalla Costa che è entrata subito in contatto con Nasibe Shamsaei dopo la sua protesta per la tragedia della giovane ragazza Mahsa Amini che ha sconvolto il mondo e con questo progetto Melania vuole dare voce ad un’altra attivista: Nasibe Shamsaei, la cui voce non è libera. L’opera ritrae la foto iconica, che ha fatto il giro del mondo, dove Nasibe si taglia i capelli e che ha dato il via alla rivoluzione delle donne iraniane.
Melania Dalla Costa, attrice, attivista e testimonial della campagna 2019 delle Nazioni Unite (UNICRI) è da tempo a fianco delle donne che hanno subito violenze fisiche, psicologiche e culturali.
Nasibe Shamsaei è fuggita dall’Iran dopo una condanna a dodici anni di reclusione per aver organizzato la campagna dei “mercoledì bianchi” in cui si incoraggiano le donne a rimuovere il velo o a indossarne uno bianco in segno di protesta. Nel novembre 2020 è stata arrestata dalla autorità turche in aeroporto, nel tentativo di trovare asilo in Unione Europea. Nasibe rischia costantemente di essere deportata in Iran, come già successo ad altre attiviste iraniane fermate in Turchia, in violazione del principio internazionale consuetudinario di non-refoulement, che vieta l’espulsione verso Paesi dove le persone sono a rischio di persecuzione, di trattante inumani o degradanti.



La Galleria Gaburro di Milano (via Cerva 25) è teatro di una iniziativa dal forte contenuto politico e sociale.
Dal 13 marzo al 30 aprile 2023, viene esposta la fotografia inedita, appartenente alla serie Target, di Liu Bolin (Shandong, 1973), uno degli artisti più conosciuti e apprezzati a livello internazionale, che s’ispira ai moti di protesta delle donne iraniane che stanno infiammando le piazze della nazione mediorientale, realizzata a Milano, proprio negli spazi della Galleria Gaburro.