Shigero Umebayashi tiene oggi una masterclass alla Festa del cinema di Roma. Il meraviglioso incontro con il creatore dei temi più amati: da In the mood for love, a Sorekara o a A single man…Ogni suo pezzo colpisce l’anima di chi ascolta e vede.
Dopo essere stato leader di un gruppo musicale new wave giapponese, gli EX, Shigeru Umebayashi iniziò a comporre musiche e colonne sonore per film nel 1985, quando il gruppo si sciolse.
Umebayashi ha al suo attivo più di quaranta film giapponesi e cinesi ed è conosciuto in Occidente soprattutto per le sue musiche nei film dei registi Wong Kar-wai e Zhāng Yimóu. Una delle musiche da lui composte, quella per il film Yin-Yang Master, è stata scelta dal pattinatore Yuzuru Hanyu per il programma che gli è valso il suo secondo oro olimpico.
Ecco solo alcune delle splendide colonne sonore del maestro giapponese
In the Mood for Love (Fa yeung nin wa), regia di Wong Kar-wai (2000)
Yin-Yang Master (Onmyōji), regia di Yōjirō Takita (2001)
La foresta dei pugnali volanti (Shí miàn mái fú), regia di Zhang Yimou (2004)
2046, regia di Wong Kar-wai (2004)
Mare nero, regia di Roberta Torre (2005)
La città proibita (Man cheng jin dai huang jin jia), regia di Zhang Yimou (2006)
Hannibal Lecter – Le origini del male (Hannibal Rising), regia di Peter Webber (2007)
Un bacio romantico – My Blueberry Nights (My Blueberry Nights), regia di Wong Kar-wai (2007)
Senza apparente motivo (Incendiary), regia di Sharon Maguire (2008)
A Single Man, regia di Tom Ford (2009)
The Grandmaster (Yut doi jung si), regia di Wong Kar-wai (2013)
Come lavorava con la chitarra all’epoca ?
SU: Potrei parlarvi per un giorno intero solo di questo. Volevo fare qualcosa che nessuno avesse pensato prima. Mi piaceva l’idea di creare qualcosa da zero, cercando di inserire quell’elemento personale. Poi su tutto ha prevalso una forte influenza dei Beatles. Così ho iniziato il rock, elemento di musica beatlesiana.
Lei è passato da rockstar a compositore. Cosa l’ha spinta a cambiare così registro e a diventare perfettamente formato come compositore di colonne sonore?
Nel fare rock avevo incontrato Yūsaku Matsuda, un attore giapponese, che aveva fatto anche un personaggio in Black Rain di Ridely Scott. Mi chiese di realizzare una canzone per lui. Da li nacque lo spunto per le mie creazioni verso le colonne sonore cinematografiche. La prima colonna sonora è Sorekara in cui lo stile e già delineato.
In quel periodo avevo già fatto due film e mostravo con la chitarra quello che potevo fare in studio. Prima un pò triste, poi provavo una musica lenta. Facevo delle prove con l’attore e il regista.
Invece in questo terzo film ho preso autocoscienza. Vedendolo pensavo: “ma ha davvero bisogno di musica? E’ bellissimo già così”. Invece il regista mi diceva: “no, no certo che ci serve la musica”.
Prima andavo alla studio e vedevo tutto il film. Tornavo a casa, non avevo un piano. Noleggiavo uno studio musicale e iniziavo a suonare il pianoforte in affitto, strimpellandolo male. Ho cominciato a suonare così. Avevo riferimenti di musica italiana, di film francesi, ma non volevo che si emulasse. Quindi pian piano una melodia nasceva dentro di me. Registravo su un mangianastri le prime prove e realizzate le portavo al regista. A lui piacquero.. Da li con questa mia terza opera inizia la vera composizione e se ci fate caso tra il primo rock e questo film, la melodia non è cosi diversa. Forse. E’ la musica che ho dentro di me che continua.
Poi c’e un disco da cui arriva il suo soprannome UME nel 1988 pubblica un disco Londra con un genio degli anni 70?
US: Si lo feci con i Sailor e Georg Kajanus, famosi per A Glass of Champagne. Ai tempi non c’erano e-mail, e quindi ci telefonavamo. Gregg amava l’Asia e il Giappone e subito è venuto a Tokyo. A Londra poi sono andato io e sono stati 3 mesi in cui ho scoperto tutta la potenza percepita. E’ stato quasi uno shock. C’era un divario, un gap, molto importante che ho dovuto colmare col tempo. Sembravo un Brian Ferry con influenze orientali.
C’è una colonna sonora che ritiene un modello, una valida fonte di ispirazione?
SU: Il terzo uomo è il film diretto da Carol Reed con quella musica – ci sono solo due bassi – grande sorpresa di creazione con quella semplicità. Carol era finito in un ristorante turistico. Li c’era una persona che si occupava della musica. Carol Reed disse che questa musica di Anton Karras, (non era all’epoca un professionista), lo prese in quell’occasione e gli disse: ‘senza la tua misura, il mio film non avrà vita’. Karras tremava dall’emozione.
Il terzo uomo (1949) offre una perfetta fusione tra musica e video. Qual’è quindi il miglior modo di approcciarsi a una colonna sonora?
DIREI ESSERE LIBERI PER CREARE QUALCOSA DI NUOVO, DI ORIGINALE. CI SONO ANCHE QUELLE OVVIAMENTE HOLLYWOODIANE, MA TENERE ANCHE LA MENTE LIBERA è fondamentale.
MELODIA E IDEA SONO LE DUE COSE Più IMPORTANTI. POI CI VUOLE ANCHE UN SENTIMENTO DI AMORE PER IL FILM PER CUI STIAMO CREANDO LA COLONNA SONORA
SONO STATO MOLTO FORTUNATO A LAVORARE CON DIVERSI PAESI. PENSO A QUEL PAESE, AGLI STRUMENTI DI QUEL PAESE, MA DI SOLITO PREFERISCO ESSERE LIBERO SENZA AVERE ELUCUBRAZIONI E FISSE GEOGRAFICHE O LOCALI .
IL MIO INGRESSO NON HA UN APPROCCIO TRADIZIONALE IL MIO APPROCCIO è NATO DAI ROCK DAI BEATLES, COME NORVEGIAN WOOD DEI BEATLES che UTILIZZAVA IL SITAR ALL’INIZIO. USARE IL SITAR PER QUALCOSA NON IRANIANA o ARABA è una cosa ORIGINALE E GENIALE.
Lei però HA TENUTO UNA SUA CIFRA STILISTiCA ADATTANDOLA ALLE CULTURE NUOVE CON CUI INTERAGIVA.
MARE NERO, di Roberta Torre, mio primo film italiano, ha un incipit stupendo, raccogliendo il satiro di Mazzara del Vallo si sente un flauto in sottofondo, lo Shakuhachi, flauto tipico del Giappone, associato con i film dei samurai. Su quelle immagini mi sono ricordato che era un’idea meravigliosa. Questo è frutto del mio approccio libero con mente aperta. Ha poi una linea di basso bellissima che fa camminare tutta la composizione
Negli ultimi anni con la tecnologia con il sound design è difficile capire cosa e quale sia la colonna sonora la tecnologia diventa sempre più fondamentale, tuttavia in linea di principio qualsiasi suono del film diventa colonna sonora. Purtroppo non c’è piu separazione tra la colonna sonora e i suoni utilizzati, così credo ci sia più suspense.
Forse si deve tornare al tradizionale, al suono più da film. Il bordeline tra una musica e il suono è anche troppo labile
Chi e cosa è un compositore per il cinema?
SU: E’ dare una prospettiva diversa della stessa opera d’arte. Nietzsche, nella citazione preferita dice ‘Una persona veramente originale non è quella che osserva qualcosa di nuovo, ma chi vede qualcosa di nuovo in ciò che è vecchio, trascurato, stantio’.
La melodia la possiamo muovere, rallentare. Pensa a Indiana Jones non è una funzione che la stessa melodia possa aver diverse dimensioni. Alcune melodie sono riprodtte facilmente anche dai bambini, sono importanti anche ai fini melodici di un film.
Dalle immagini un compositore ha una musica interna?
Sono molto contento di questa idea. Effettivamente c’è il suono, il tono. Quando compongo sembro un bambino. Sono scarso al piano, ma cerco il tono giusto. E’ come se fisicamente si allontanasse da me quando è sbagliato.
I TONI SI RICHIAMANO UNO CON L’ALTRO. vengono tirati fuori dalle immagini stesse. Noi, alla fine, siamo cercatori di suoni dalle immagini.
DOBBIAMO ESSERE PRONTI COME I CALCIATORI QUANDO GLI ARRIVA LA PALLA. Allo stesso modo ciò avviene alle nostre colonne sonore
C’è un regista con cui amerebbe collaborare?
Dunque innanzitutto un regista tra questi è Martin Scorsese, perché la sua carriera è molto divertente.
Come è stata la collaborazione con Wong Kar-wai e Zhāng Yimóu. Come vi siete trovati?
SU: sono due tipi totalmente differenti. Uno non ha script. Invece l’altro ha tutto lo script chiaro, preciso. In realtà mi aveva chiamato per 2046, non per The mood of love.
Invece Wong Kar-wai è diverso ha sempre la sua immagine dentro. In House of flying daggers ho creato I titoli di coda. Questi sono diventati un punto di partenza.
Un consiglio ai giovani registi per avere un buon rapporto coi compositori?
SU: Alla fine stare zitti e ascoltare!
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