di Gaia Serena Simionati

Tra istinto e fragilità

Cos’è l’istinto materno? Tutte le donne ce l’hanno?

E’ necessario fare figli? E per chi li fa, chi vaglia l’equilibrio psicologico del genitore, e le sue capacità?

Perché invece se i bambini sono adottati ci si deve sottoporre a mille test e esami psicologici?

Ecco queste sono solo alcune delle potenti domande che il film sperpera nella mente di chi lo osserva e lo gode attentamente, al di la dell’intrattenimento puro che c’è.

Irrorato di stima reciproca tra le due interpreti, poi gelosia velata, quindi invidia fatale, il film conquista.

Esplora il mondo del femminile,  in sorellanza e autodistruzione, spesso costellato da mariti che non ascoltano, che minimizzano, che vivono solo razionalmente.

Dall’altro lato, opposto, troviamo le mogli; sensibilità femminili superiori, che si sfaldano, a seguito di un trauma ingestibile dal punto di vista emotivo.

Anche a causa di coloro – i mariti – che non le capiscono.

Senso di colpa. Paranoia. Sospetto. Paure e ipersensibilità.

Tutte queste emozioni, si sormontano come in un cesto zeppo della biancheria, quello che svuotano le due efficienti casalinghe protagoniste, francamente un pò desperate housewives.

Piano piano le loro perfezioni di reciproche villette, giardini, abiti e vite da massaie, si sfaldano, come i cardini Anuba, maschile – femminile, di una porta presa a calci.

La domanda rimane. La protagonista, Celine, (molto credibile Anne Hathaway) era già psicologicamente instabile e il dolore del trauma ha semplicemente fatto venire a galla una mente malsana?

Oppure l’evento ha scardinato, come i perni dall’asse di una porta, il suo equilibrio e la sua integrità morale?

Il film è interessante sotto diversi punti di vista.

Innanzitutto fa una diṡàmina sulle donne e le loro sensibilità.

Abbiamo un’orfana, ex giornalista, Alice (eccelsa Jessica Chastain), a cui viene impedito dal marito tonto, di poter tornare a scrivere, dopo avere avuto un figlio.

Chi non sarebbe impazzita?

Inoltre, essendo cresciuta senza guida, Alice ha una sensibilità superiore che coglie aspetti che altri non vedono, ma viene del tutto fraintesa.

O semplicemente non è creduta, a causa di una depressione post-partum, antecedente, sommata al suo non aver potuto essere figlia a sua volta, a causa dell’incidente d’auto genitoriale che li uccise.

Uno degli aspetti che solleva di sponda il film della vita da donna è quello di essere visionarie e più sensibili.

E, per lo più il non essere ascoltate.

Questa è una tematica che dura da millenni, oscurata dalla patriarcalità tossica di energumeni auto – convinti, per niente consci delle sfumature.

Queste, a volte, come nel caso del film, possono addirittura salvare la vita.


Dal 9 maggio al cinema, Mothers’ Instinct, vede due attrici Premio Oscar al centro di un intenso thriller psicologico di respiro hitchcockiano.

Il film è sorprendentemente un’opera prima di Benoit Delhomme pur denotando una maturità contenutistica. Nel film Benoit è anche direttore della fotografia, ruolo per il quale è già conosciuto a livello internazionale. Questo concorre anche a generare una fotografia patinata, curata, pallida 

Vertice 360 distribuirà in Italia dal 9 maggio MOTHERS’ INSTINCT, un intenso thriller psicologico, interpretato dalle attrici Premio Oscar Jessica Chastain (Gli occhi di Tammy Faye, Zero Dark City, The Help) e Anne Hathaway (Il diavolo veste Prada, Les Misérables).



Le star prestano il volto rispettivamente a Alice e Céline, migliori amiche e vicine di casa, le cui vite apparentemente perfette in un centro suburbano dell’America degli anni ’60, vengono improvvisamente sconvolte da un tragico incidente che coinvolge uno dei loro figli.
Mothers’ Instinct, che è tratto dal libro Derrière la haine (Oltre la siepe) scritto da Barbara Abel, segue il progressivo deteriorarsi dei rapporti tra Alice e Céline, minati da senso di colpa e non solo.

Questo raffinato noir è pervaso da un ritmo incalzante e da atmosfere hitchcockiane. Lo spettatore si lascia affascinare da costumi dai toni pastello, dalle ambientazioni tipiche del sogno americano dei primi anni ’60. Li in un idillio visivo, avviene una catastrofe e un doloroso scontro tra due caratteri forti.

Il film conduce anche una sottile indagine dell’identità femminile, dei lati più oscuri dell’amore materno, nei meandri di casa e maternità.



Ecco il trailer

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