SILVIA MAZZIERI «Il mio cambiamento è continuo»

In attesa di vederla di nuovo nei panni di Alba in “DOC – Nelle tue mani”, abbiamo intervistato Silvia Mazzieri, affrontando il suo percorso, fatto di conquiste e aspirazioni.

 

di Maria Lucia Tangorra

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«Recitare è essere reali, onesti. Il pubblico non ti ama o non s’identifica in te solo perché hai un bel viso o un bel corpo. Ti ama per l’onestà della tua anima». È questa la citazione che Silvia Mazzieri ha scelto per la sua pagina sull’agenzia (Volver). «Sin da bambina» – ci racconta – «sono sempre rimasta molto affascinata dall’arte e dalla grande sincerità di Kate Winslet. È una delle mie attrici preferite, insieme a Natalie Portman. Un giorno, per caso, lessi una sua intervista dove appunto parlava della recitazione e l’ho sentita subito mia. Credo che sia fondamentale, non solo nell’esercizio del mestiere, prendersi cura della propria anima e renderla più onesta e chiara possibile. La bellezza del corpo e del viso sono bellissimi doni che Dio ci ha regalato, ma sono destinati a passare. L’anima, invece, non invecchia ed è il biglietto da visita più importante che lasci agli altri. Nel momento in cui dai valore alla tua anima, stai amando davvero te stessa e le persone che hai accanto». Parole sensibili da cui traspare una tendenza alla riflessività. Sorge spontaneo chiederle come si preservi l’onestà dell’animo in un mondo che spesso chiede di accettare compromessi. «Si coltiva non tradendo mai le proprie idee, la propria persona e i propri sentimenti. Credo che l’onestà dell’animo si costruisca con la trasparenza e la chiarezza verso se stessi. Sia nel lavoro che nella vita, è molto importante saper dire di no a quello che non senti adatto e conforme alla tua persona. È importante ricordarsi sempre da dove si viene. Solo con fiducia e fedeltà la tua anima può essere sempre onesta».

Silvia Mazzieri, classe ’93, ha ricevuto nel 2010, all’interno del concorso di Miss Italia, la fascia di Miss Cinema: verrebbe da dire che è stato proprio un segno. «L’inizio di tutto. Quel momento – per me magico – mi riporta indietro nel tempo e mi ricorda quanta strada ho fatto fino ad ora. Il cinema, così come la tv e il teatro, sono degli spazi sacri e importantissimi dove spero di potermi mettere alla prova, pian piano, con il tempo». Ha conquistato il cuore del grande pubblico nei panni di Silvana ne “Il paradiso delle signore”, un personaggio solare che «sprigiona quella leggerezza che spesso perdiamo», ci aveva rivelato.

Viene naturale domandarle se riesce ancora a custodirla. «È passato un po’ di tempo (2015/2016) e ovviamente adesso sento più responsabilità. Le vicende della vita ti fanno crescere e ti fanno vivere le cose in maniera più riflessiva e intensa. Oggi, collego la leggerezza alla purezza. È qualcosa che ancora adesso ritrovo in me… è la capacità di vivere le emozioni con l’ingenuità e la spontaneità dei bambini. La salvaguardo con sincerità nel mio modo di voler bene alle persone, alle mie amiche e alla mia famiglia. […] Ogni giorno scopro che le relazioni umane sono difficili, complicate, imperfette. Eppure, le relazioni che abbiamo con la nostra famiglia, i nostri amici, i nostri colleghi sono qualcosa di assolutamente vero nonostante le incomprensioni. Le persone sbagliano continuamente e credo che le storie che noi attori possiamo raccontare evidenzino proprio la fragilità umana e le imperfezioni che ognuno di noi ha: penso che raccontare i rapporti aiuti a scoprire che la perfezione non esiste e che bisogna amare le persone così come sono».

Recentemente abbiamo visto la Mazzieri nei panni di Alba nella fortunata fiction “DOC – Nelle tue mani”. «Mi ha colpita, sin dall’inizio, la grande innovazione della serie. Il medical drama, in Italia, non era mai stato raccontato in modo così onesto, veritiero e curato come in DOC. Penso che un progetto del genere sia di grande modernità per la nostra serialità, anche per i tanti messaggi belli che la storia offre. Per quanto riguarda il mio personaggio, ho amato la sua purezza e la sua grande semplicità. È la ragazza della porta accanto e interpretarla ti riporta ad amare la sua grande forza». Per via dell’emergenza Covid-19 le riprese sono state interrotte a pochi giorni dalla conclusione. Dopo la messa in onda delle prime quattro puntate dovremo attendere le altre quattro (è la prima volta che accade, solitamente la sospensione avviene tra una stagione e l’altra). Non sarà semplice mantenere il fil rouge con gli spettatori. «Purtroppo è accaduto ed è giusto rispettare le misure imposte dal Governo. L’audiovisivo, così come molti altri settori, si è dovuto fermare. Sono serena così come lo è il pubblico, che sa le motivazioni che ci spingono a mandare in onda le restanti puntate della prima stagione (si spera in autunno, nda). Ci ha accolto con tanto amore e sono sicura che saprà anche aspettarci. Sicuramente, in questo periodo, una serie come DOC apre quasi una piccola finestra sul mondo degli ospedali e dei medici che quotidianamente e in qualsiasi condizione lavorano per la nostra salute. Parlare della sanità italiana che affronta molte difficoltà, ma che assicura una cura a tutti i cittadini ha un valore inestimabile non solo in questo momento, ma costantemente».

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Nel frattempo, però, possiamo vederla in un altro progetto targato Rai, “Vivi e lascia vivere”. «Questo titolo» – ci svela – «è un bellissimo mantra da utilizzare nella mia vita e nel mio mestiere. Significa vivere appieno le esperienze che l’esistenza ci offre, ma non solo. Implica cambiare, rischiare, migliorare, lottare per la propria vita e i propri sogni. Ma vuol dire anche lasciar vivere le persone e le cose intorno a noi in modo naturale e libero, prendere tutto ciò che ci succede e trasformarlo in qualcosa di positivo». Si tratta della prima fiction di Pappi Corsicato, un maestro da cui ha carpito molto. «È un artista con la A maiuscola. Ha una grande intensità e considero la sua regia ‘d’autore’. Ho cercato di ‘rubare’ il rigore, l’intensità e il modo di lavorare sempre accurato. È un regista attento ai particolari e ai movimenti dei propri attori. Riesce a dare sempre una grande forza ai personaggi e alle loro storie. Ha un’anima d’altri tempi e una leggerezza pura da bambino che puntualmente riesce a coinvolgerti. Un’esperienza che mi ha arricchita umanamente e professionalmente». L’attrice ci confessa che «la scrittura femminile si avverte (in sceneggiatura troviamo quattro donne e un uomo, a cui si aggiunge la collaborazione dello stesso Corsicato, nda) ed è sempre tangibile in questa vicenda. Le donne di qualsiasi età vengono raccontate in un modo molto profondo ma anche innovativo. C’è una grande attenzione e dinamicità in ogni personaggio femminile ed è stato molto importante per noi poter dare loro voce. Mi auguro che ci siano sempre più storie scritte da donne che ci permettano di raccontare l’universo femminile». La Mazzieri dà volto a Giada, che esprime un forte desiderio di emancipazione, «un sentimento sempre vicinissimo a me, ma anche la voglia di scoprire sfumature di sé e della sua vita che ancora non conosce. È una ragazza in perpetua evoluzione e scoperta. Tutti questi aspetti mi rappresentano molto. Anche io, come lei, cerco incessantemente qualcosa che mi migliori, liberi e mi faccia sentire sempre di più me stessa».

“Vivi e lascia vivere” è un family classico, con punte di noir per poi trasformarsi in thriller. Pensando a “Braccialetti rossi” e a “La strada di casa” – noti esempi di produzioni televisive che hanno una marcatura di genere – la Mazzieri esprime questo commento: «Mi auguro di poter sperimentare ogni genere possibile. Il nostro mestiere ci regala l’opportunità di cambiare continuamente e io non vedo l’ora di poterlo fare». «Il tema di questa serie è il cambiamento, in particolare la possibilità che ognuno di noi dovrebbe darsi quando la vita ti spiazza o ti fa male e ti mette davanti a qualcosa che non avevi previsto. […] Il corona virus ci ha costretti a cambiare stile di vita, a relazionarci con gli altri e con noi stessi in un modo totalmente diverso e nuovo», ha dichiarato il regista. A tal proposito l’interprete osserva che «il mutamento accomuna tutti noi. Cambiamo pelle, forma, stato d’animo continuamente. È importante viverlo come una possibilità che ci viene data per crescere e per sperimentare cose nuove. Il mio cambiamento è continuo perché voglio crescere e conoscere cose sempre più diverse. Ecco perché credo nella necessità di una trasformazione costante e consapevole».

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Credits Ufficio Stampa Silvia Mazzieri: LaPalumbo Comunicazione