Il Borgo di San Gimignano, l’arte e la ‘Tensione Continua’
San Gimignano è un antico borgo medievale fortificato. Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. le sue mura risalgono all’anno Mille. Famosa soprattutto per il suo patrimonio storico, artistico e la sua architettura, in particolare le sue torri, la città continua a produrre, nei secoli, arte che si sedimenta.
Circondata da mura del XIII secolo, nel suo Duomo si possono ammirare gli affreschi del Ghirlandaio.
Il viaggio vale la pena. All’antico, sia d’arte che di architettura, si somma il contemporaneo, in una pandemica osmosi di bellezza e sapienza, fulcro di analisi attraverso opere odierne.
Nella splendida commistione di antico e moderno a San Gimignano, con il suo galoppante e sempiterno medioevo, si moltiplicano le sedi e le opere dei giovani internazionali delle galleria d’arte più importante d’Italia. E non solo.
Con innumerevoli ed enormi sedi ovunque, da Cuba a Parigi, dalla Cina all’Italia, Galleria Continua, continua, negli anni, a fare cose che sorprendono.
Partiti dal rilevare l’ex teatro di San Gimignano, una sorta di utero che ingloba spettatori e artisti, fagocitandoli con opere potenti, scrigni di cultura e entusiasmanti installazioni, i tipi di Continua sono inarrestabili e hanno allargato a molteplici sedi, conquistando letteralmente anche tutta San Gimignano. Oltre che il resto del mondo.
La potente mostra ‘Tensione continua’, a cura di Carlo Falciani, in corso fino al 14 gennaio, annovera alcuni dei più grandi artisti che nell’effetto e nella sostanza risultano imperdibili.
Leggi dell’universo, forze arcane della natura, impeti sociali, seppur inspiegabili, a volte questi fenomeni generano poesia e bellezza. A volte perturbano e affliggono.
Il curatore sviluppa quindi una riflessione onnivora sul tema della tensione, declinandola sotto diversi punti di vista, anche temporalmente distanti. Anche con effetti e stimoli opposti.
La tensione come flusso di energia.
Come reazione di un corpo ad una forza esterna.
Come uno stato di eccitazione, ma anche come percezione di un contrasto sociale. Ed ancora come risultato di un intenso scambio osmotico tra diversità.
E’ tensione sociale e rappresentazione di una frattura del sentire collettivo, nel Grand Miroire du Monde di Attia. Lo specchio delle nostre brame, con superficialità e violenza, egotistica autocelebrazione, persecuzione dell’autoimmagine, è ora devastato e caduto. Infranto. Come quello di una matrigna perversa.
Il passato si ripropone poi con un’opera di Jacopo Pontormo, che rappresenta il Sacrificio di Marco Curzio. Quello compiuto per salvare Roma, che simboleggia appunto il sacrificio del singolo, necessario alla salvezza della società intera. Oggi più attuale che mai.
Narra Tito Livio nei suoi Annali (VII,6) la leggenda di Marco Curzio, personaggio semileggendario della Roma antica.
Nel 362 a.C nel Foro Romano pare si aprì una voragine, apparentemente senza fondo. Interpretando il fatto come un segno di sventura, i sacerdoti predissero che la voragine si sarebbe allargata fino ad inghiottire Roma. Ad eccezione che si fosse gettato in quel baratro, quanto di più prezioso ogni cittadino romano possedeva.
Il giovane Marco Curzio, uno dei più valorosi guerrieri, convinto che il bene supremo di ogni romano fosse il coraggio, si lanciò nella fenditura armato e a cavallo, facendo così cessare l’estendersi della voragine.
Questo fu autosacrificio devoto agli dei. Il luogo dove si formò la voragine rimase nella leggenda con il nome di Lacus Curtius.
Da Kader Attia a Adel Abdessemed. Da Burri a Alicja Kwade, le sorprese non finiscono mai. In una spirale di bellezza perpetua, la tensione continua, non solo da CONTINUA.
Ma anche fuori da essa!
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